L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

40 Kalle Korhonen
(nr. CIL VI CIL X 1088* Ghezzi Vettori
Destinaz. catan.
292 18928 159 – 127v Biscari
305 21464 222 82 – Benedettini
308 22353 238 86 127r Biscari
313 23911 267 82 127v Biscari
316 24327 277 – 127v Biscari
321 24893 293 86 – Biscari
324 24992 298 85 127v Benedettini
332 26910a 336 78 127v Biscari
338 28230 358 – 127v Biscari
341 29226 386 82 127v Benedettini
– 29202 – 86 127v –
È interessante che la lettera di Vettori non comprende le epigrafi viste da Lupi nella
collezione Ficoroni (vd. sopra). Le segnalazioni di Ghezzi e Vettori contengono iscrizioni
accolte in tutte e due le grandi collezioni catanesi. Quindi, pare che Scammacca abbia
comprato tutto il gruppo all'epoca (negli anni Trenta del Settecento?), e poi trasportato alcuni
pezzi del materiale nel Museo dei Benedettini, e il resto nel Museo Biscari. CIL VI 18928 viene
registrata nel 1748 da Ridolfino Venuti in un trasporto destinato al Museo Biscari (vd. sopra,
p. 36). Dal confronto con il codice Marucelliano A 77, emerge che tutte le iscrizioni nella
tavola finite dai Benedettini si trovano anche nel codice. Questo non sorprende, visto che il
codice comprende quasi tutte le iscrizioni urbane trasportate nel Museo. Ma notiamo un'altra
cosa importante. Se è vero che tutte le epigrafi appartennero a Scammacca già all'epoca in cui
stava trasportando il materiale nella collezione dei Benedettini, significa che i fogli del
Marucelliano A 77 non contengono l'intera raccolta di Scammacca, ma siano stati intesi prima
di tutto come una specie di inventario del suo contributo alla collezione dei Benedettini.
1.3.7. CARATTERISTICHE DEGLI ACQUISTI DI SCAMMACCA
Chi confronta la collezione delle epigrafi urbane del Museo Civico di Catania con quelle di
altri musei, ad esempio con il Museo di Palermo, 133 nota che gli acquisti di Scammacca per le
collezioni catanesi non furono particolarmente costosi, ma piuttosto modesti. È informativa la
divisione delle iscrizioni a seconda della tipologia. In tutto nel Museo Civico si conservano 89
iscrizioni urbane latine pagane, 134 di cui 56 provengono dalla collezione Biscari, 33 dalla
collezione dei Benedettini. Divise in base alla tipologia, il gruppo più grande è costituito da
lastre marmoree rettangolari senza modanatura (38%); seguono lastre rettangolari con
modanatura (16%), lastre centinate (12%), lastre rettangolari con una riquadratura di un altro
tipo (11%), lastre ansate o pseudoansate (11%), cinerari (7%), mense podiali (3%) e rilievi
(1%). 135 Dalla statistica si può anche trarre la conclusione che la maggioranza (57%) delle
lastre, comunque, ha una riquadratura. Se guardiamo la distribuzione delle iscrizioni nelle
due collezioni, non si notano differenze particolari, tranne forse una preferenza del principe
133 Basta uno sguardo al volume IL Mus. Palermo di L. Bivona.
134 Dai calcoli sono state escluse le iscrizioni riutilizzate come supporto per le copie (250-255), perché in questi
casi venivano acquistate le copie, non le iscrizioni autentiche. Ho escluso anche le iscrizioni appartenute alla
collezione Recupero, e quelle collocate nel gruppo "origine incerta"; ho, invece, incluso le urbane che considero
"probabilmente urbane", cioè, la provenienza delle quali non viene accertata dagli autori.
135 Il numero delle epigrafi nei gruppi è: 34, 14, 11, 10, 10, 6, 3 e 1, rispettivamente.