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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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196 Kalle Korhonen<br />

nesso Da¤mosi xyon¤oiw scritto per intero, mi sembra preferibile una datazione dalla seconda<br />

metà del I secolo alla prima metà del II.<br />

66. Inv. 568 (Sala VII, 212). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea. Retro e lato superiore lisci. 37 x 27,5 x 2,8; alt. lett. 2,4-3,1. La scrittura ha un<br />

andamento corsiveggiante. L'apicatura inferiore è allungata a destra nelle I, P e T; piedino obliquo<br />

nella F e nelle R; X nana. Punti a forma di virgola.<br />

Provenienza: Catania. "Anno 1736 in area Stesichori, quae ab Acis porta hodie appellatur, ubi veterum<br />

sepulchreta, inventus", Amico (insieme con il nr. 138); "sibi vindicavit Innocentius Roccafortis",<br />

Amico. "Apud Petrum Tedeschum baronem Villae Hermosae", Pantò. Segnalata nel Museo dei<br />

Benedettini a partire da Torremuzza. ("Dal canonico Roccaforte passò ai Benedittini" Ferrara.)<br />

D(is) M(anibus) s(acrum).<br />

L(ucius) Cassius<br />

Hermes<br />

optimus<br />

5 virorum<br />

vix(it) ann(is) LX;<br />

IIII f(ilii) p(osuerunt) p(atri) m(erenti) (?).<br />

CIL X 7056 (Mommsen). Muratori, schede manoscritte 18, 224 (cit. nel CIL); id. 1739-42, 1653 nr. 1 (da A. Pantò);<br />

Amico 1741, 216 nr. 13; Torremuzza 1769 1 , 147 nr. 12; 1784 2 , 155 nr. 13 (da V. M. Amico, cfr. sopra, p. 45); Ferrara<br />

1829, 361 nr. 3.<br />

Molto originale è il nesso optimus virorum in questo epitaffio, che ha il tipico formulario<br />

L4. Non ho trovato confronto per il nesso in altre iscrizioni funerarie dell'epoca romana.<br />

Quanto all'abbreviazione dell'ultima riga, ho adottato la soluzione di Mommsen ("cum<br />

numeri raro in duos versus distribuantur"), e quindi "IIII" è il numero dei figli. La parola<br />

merenti viene usata in modo simile nelle iscrizioni catanesi 51 (coniugi merenti) e 75 (viro<br />

merenti). Una forma di pono si trova nella stessa posizione nell'epigrafe probabilmente<br />

catanese 166, ma fecit / fecerunt è più comune. Come dedicanti, p(ater) o p(arentes) non sono<br />

pensabili, vista l'età raggiunta dal defunto (nelle iscrizioni, parentes si riferisce ai genitori). –<br />

Datazione: fine del I secolo – II secolo.<br />

67. Inv. 242 (Sala VI, 50). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea inserita in un quadro di gesso. 20 x 27,5 x tra 0,5 e 4; alt. lett. 2,0-2,5. Forme delle<br />

lettere: alfa con piccolo braccio in alto; E; theta e omicron romboidali; M, S, V. 3: HNE, 4 TH (due volte)<br />

in nesso. L'altezza delle lettere varia a r. 6. Punti triangolari.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. Vista "nel Museo dei Cassinesi di Catania" da Kaibel e De<br />

Spuches, che specifica: "essa è posta di rimpetto a quello scaffale, in cui si conserva un'antica pistola a<br />

rivolta"; collocata da Kaibel tra le catanesi, con il commento "originis sine dubio Siculae". La<br />

provenienza dalla zona catanese sembra probabile, visto che l'iscrizione si conservava dai Benedettini<br />

(p. 60), e in base al formulario tipico locale (G4).<br />

Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw).<br />

Kass¤a BenoËsta zhsen<br />

th ßndeka,

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