L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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koËpan taÊthn.
La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 281
Libertini 1930, 317 nr. 5; Agnello 1953, 35 nr. 60, cfr. 83-84; Manganaro 1959a, 348-49, fig. 2 (con fotografia) (BE
1960, 459; SEG XVII 440); Lifshitz 1975, 52-53 nr. 650d (da cui Gebbia 1996, 69); H. Solin, ANRW II 29 (1983) 746-47
nr. 5 (dagli anteriori); D. Noy, JIWE I (1993) 196-97 nr. 149 (da Manganaro); Simonsohn 1997, 3-4 nr. 6 (da Noy); id.
1999, 519 nr. 6, fig. 275 (con fotografia). – Cfr. Ferrua 1958, 171-72; G. Manganaro, ASSir 5-6 (1959-60) 201-2; BE
1961, 862; Messina 1981, 203-4; Colafemmina 1983, 207; Rutgers 1997, 248, 250.
Noy ha sottolineato, probabilmente con troppa cautela, che non è assolutamente certo
che questo epitaffio e NSA 1897, 240 (i) = JIWE I 148 siano giudaici. Ferrua li considerava
cristiani, ma gli altri studiosi (Lifshitz, Manganaro, J. e L. Robert [BE 1960 e 1961], Solin)
hanno preferito attribuirli al contesto giudaico, perché la parola §ntolÆ, "comandamento
divino", è attestata soprattutto nell'epigrafia giudaica. – Per quanto io so, la parola koËpa, un
prestito dal latino (cupa), è attestata nell'epigrafia greca soltanto in due altre iscrizioni catanesi
– che sono cristiane – e in una urbana. 215 È una delle manifestazioni della prospettiva
linguistica bilingue a Catania – nell'epigrafia latina funeraria, cupa è ben attestata. 216 Si noti
anche la professione cuparius nell'iscrizione catanese CIL X 7040 = ILS 7631. Comunque, il
significato di koËpa non sembra coincidere semplicemente con "sarcofago", visto che la koËpa
fu acquistata per il defunto e per i suoi figli. Il significato sarà piuttosto "sepolcro" (cfr. la
discussione sulla parola mbasiw sopra, a p. 253). – Le attestazioni del nome Iason nel contesto
giudaico sono state elencate da Noy; come sottolinea Rutgers, non si tratta comunque di un
nome specificamente giudaico. – Datazione: dalla seconda metà del IV agli inizi del VI secolo,
in base alla paleografia. 217
Frammenti non classificabili
229. Senza nr. inv. Magazzino superiore. Museo Civico.
Frammento centrale di una lastra marmorea. Retro liscio. (9) x (8) x 2,8; alt. lett. 3.
Provenienza: probabilmente Catania. È un frammento piccolo (cfr. pp. 66-67 e cap. 3.4).
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[---]+A[---]
[---]C[---]
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215 Così anche Noy. Catania: IG XIV 566 = IGCVO 840 = Ferrua 1989, 118 nr. 450 (emendata da Wessel e Ferrua) e
Libertini 1931a, 45 nr. 9 = id. 1931b, 369 = IGCVO 870; Roma: IGUR 300.
216 Vd. TLL IV (1906-1909) 1411 e Dizionario epigrafico II 2 [1910] 1319. Inoltre, c'è il termine cupula che in iscrizioni
africane riferisce ai sarcofagi di un certo tipo (vd. Dizionario epigrafico II 2 [1910] 1320-21). Come viene segnalato nel
TLL, nel greco esisteva anche una parola kÊph; aveva un significato paragonabile, ma è molto rara nelle fonti (vd.
LSJ 1012).
217 Ferrua e Manganaro avvicinano la paleografia a quella di NSA 1897, 240 (i) = JIWE I 148 (fotografia ad es. in
Manganaro 1959a, fig. 1), ma a mio avviso le mani sono nettamente diverse.