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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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300 Kalle Korhonen<br />

Idus Nob(embres); bene me-<br />

5 renti in pace.<br />

CIL X 1088*, 456 (Mommsen). P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f. 11r (da cui A. F. Gori, Cod. Maruc. A 6 f. 93r).<br />

1: ... CVIVS Mommsen, ma il testo si conserva interamente; GVIVS lapide. 3 (inizio): IT lapide.<br />

Un nome *Guius non mi risulta attestato; credo che la seconda lettera fosse capovolta<br />

dal lapicida (Ovius è inverosimile). Un'altra soluzione è che siano state omesse una o più<br />

lettere. – Non è comune l'indicazione p(lus) m(inus) con l'esatto numero degli anni, mesi e<br />

giorni (vd. ad es. la concordanza di C. Lega, Le iscrizioni cristiane di Roma conservate nei Musei<br />

Vaticani: Indice dei vocaboli, Città del Vaticano 2000, 235-36). – Datazione: IV – V secolo.<br />

Iscrizioni latine pagane incluse nel CIL,vol. VI<br />

258. Inv. 949 (Sala IX, 128). 241 Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.<br />

Mensa podiale marmorea, con infundibulum al centro (profondità 3,5). Retro liscio. 20 x 25 x 5; alt. lett.<br />

1,4-1,6. 2: T lunga; 2 e 4: Y lunghe. Linee guida nelle rr. 1, 5 e 6. 6: lettere spaziate. Punti triangolari.<br />

Provenienza urbana. L'iscrizione viene menzionata da Gude insieme con altro materiale dal<br />

monumento funerario dei liberti della gens Abuccia. Questo colombario è conosciuto soltanto dalla<br />

menzione del Gude; era situato "ad viam Appiam" e conteneva, secondo Gude, una cinquantina di<br />

cinerari, ciascuno con iscrizione. 242 La sua esatta collocazione è ignota. – "Attualmente in camera del<br />

P. Abate nell'annesso monastero" [di S. Paolo fuori le mura], Nicolai. Segnalata nel Museo dei<br />

Benedettini da Mommsen; doveva essere trasportata nell'Ottocento, vista la segnalazione di Nicolai<br />

(cfr. pp. 27 e 60).<br />

D(is) M(anibus).<br />

L(ucio) Abuccio Nymphodoto<br />

et L(ucio) Abuccio Diadoco<br />

Abuccia Amaryllis<br />

5 coll(ibertis) b(ene) m(erentibus)<br />

fecit.<br />

CIL VI 8146; CIL X 1088*, 4 (Mommsen). M. Gude (Gudius), Cod. Wolfenbüttel lat. 197 f. 351 nr. 5 (cit. nel CIL VI);<br />

id. et al., Antiquae inscriptiones quum Graecae tum Latinae ... editae cum adnotationibus, Leovardiae 1731, 351 nr. 3; F.<br />

Tolomei, Cod. Siena K VIII 2, 279 (cit. nel CIL); N. M. Nicolai, Della basilica di S. Paolo, Roma 1815, 254 nr. 929. – Cfr.<br />

Filippi 1998, 77, 85, 185.<br />

Il cognome Diadochus non è molto comune a Roma (8 casi in Solin 1982, 967). –<br />

Datazione: seconda metà del I – prima metà del II secolo.<br />

241 Nell'angolo inferiore destro, una segnatura a matita "SN / 3", di incerto significato.<br />

242 Sul monumento, vd. M. Gude, in Phaedri, Aug. liberti fabularum Aesopiarum libri V cum integris commentariis M.<br />

Gudii et al. (a c. di P. Burmann), Amstelaedami 1698, 299): "Istius familiae Abucciae detecta est cum Romae essem,<br />

ad viam Appiam, Camera sepulchralis, in qua erant Inscriptiunculae in dispositis ollis numero XLIX, in totidem<br />

tabellis marmoreis". Alcune iscrizioni evidentemente dallo stesso monumento vengono collocate nella collezione<br />

Mazzanti ("in suburbano Mazzantium via Asinaria") da Fabretti 1699, 11; cfr. anche CIL VI p. 1096 e 3455.

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