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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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108 Kalle Korhonen<br />

G9a: nome + data della morte (+ età)<br />

(xiii) ÉEteleÊthsen / ÉIoulianÚw / tª prÚ ie' kal(and«n) / ÉApril¤vn zÆ/saw th n'.<br />

(chrismon) (IG XIV 539)<br />

Il verbo, di solito teleutãv, può anche essere nel presente:<br />

(xiv) Paskas¤a pary°now / §t«n dekap°nte / (chrismon) teleutò prÚ Ùkt∆ / kaland«n<br />

Flebar¤vn / metå tØn Ípat¤an Biken/t¤ou: eÈmÊri yugãthr. (Libertini 1931a, 41 nr. 2, cfr. RPAA<br />

22 [1946-47] 230; a. 402)<br />

Comunque, questo è l'unico caso; l'aoristo è di regola a Catania. Mentre in (xiii) l'età viene<br />

indicata con una costruzione participiale, in (xiv) essa è diventata un attributo al genitivo,<br />

collocata subito dopo il primo attributo della defunta, e prima della VP che indica la data<br />

della morte.<br />

Sporadici sono gli epitaffi con un altro verbo nella VP iniziale; in IG XIV 549,<br />

particolare per la fraseologia, viene usato il passivo di koimãv, nell'esempio seguente, teleiÒv<br />

al passivo:<br />

(xv) ÉEtelh≈yh §n ku[r¤ƒ ÉIhsoË]/n makar¤& tª mnÆm˙ [---]/now zÆsaw ti j', [ÉI]ena/rƃ<br />

iw', ±ndik(t¤vnow) ie'. (Libertini 1931a, 45 nr. 10, cfr. Ferrua 1989, 106 nr. 408a)<br />

Il verbo è raro in Sicilia; non conosco dei casi a Siracusa. 428 L'iscrizione è tarda, databile forse<br />

al VI secolo, vista la menzione dell'indizione.<br />

Nel secondo tipo di G9, nella frase iniziale viene indicata l'età:<br />

G9b: nome + età (+ data della morte)<br />

(xvi) ÑR≈mh zhsen th / m': énepaÊsato tª / prÚ d' kaland«n [---]/l¤vn: ... (Rizza 1964,<br />

605 nr. 2)<br />

Qui le frasi principali sono due; segue una clausola. È eccezionale a Catania il verbo nella VP<br />

che indica la data della morte, énapaÊomai. L'esempio (xvi) corrisponde esattamente al tipo<br />

latino L9.<br />

Il seguente esempio potrebbe anche essere collocato nella categoria G3a:<br />

(xvii) ÖEzhsen Mart¤riow th e‡kosi dÊv: efirÆnh soi. (chrismon) (IG XIV 543a)<br />

L'ho messo nella categoria G9b, perché l'epitaffio inizia con il verbo. Il terzo epitaffio di<br />

Catania collocabile in questa categoria, Orsi 1893, 389 (v), è ricco di parole, ma contiene anche<br />

l'età (con zhsen) e la data della morte (con [§teleÊth]sen). Non ci sono altri casi.<br />

Come ultimo, voglio citare un bell'esempio del tipo G9a, alla fine del quale è stata<br />

aggiunta la frase che indica l'acquisto della tomba:<br />

(xviii) ÉEteleÊthsen / TÊxhmow tª / pr(Ú) dekap°nte ka/land«n ÉIenouar¤/vn zÆsaw th<br />

p':/ kalÚn b¤on zÆsaw / ±gÒrasen •aut“ ka‹ / to›w ±d¤oiw. (chrismon) / (chrismon) (200)<br />

Interpretato letteralmente, il contenuto sarebbe paradossale, perché il defunto avrebbe<br />

acquistato il sepolcro dopo la sua morte (kalÚn b¤on zÆsaw ±gÒrasen). Per questo motivo, tali<br />

428 Ferrua erra dicendo che il verbo è "frequentissimo nelle iscrizioni cristiane dell'Attica": nella recente raccolta di<br />

E. Sironen, The late Roman and early Byzantine inscriptions of Athens and Attica, Diss. Helsinki 1997, c'è un solo caso,<br />

269 nr. 235. Cfr. IG XIV 628, da Reggio.

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