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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 205<br />

81. Inv. 469 (Sala VII, 113). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra marmorea ("marmo greco", secondo Libertini), mutila a destra. Retro liscio. 28 x (16,5) x 1,2; alt.<br />

lett. 1,7-2,3. Caratteristiche corsiveggianti (A, M, N); F con un piedino a sinistra; nella G, il pilastrino<br />

tende verso sinistra. Punti triangolari.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. La segnalazione più antica dell'iscrizione risale al Mommsen, che<br />

la collocò tra le urbane. Mi sembra che essa sia catanese, visto che si tratta di un frammento (cap. 3.4)<br />

con il formulario L4 (vd. pp. 123-24).<br />

[D(is) M(anibus) s(acrum). (?)]<br />

Epig[onus (?) vixit]<br />

ann(is) XL (?) [---],<br />

Epigona [vixit]<br />

5 mens(ibus) *V*I, d(iebus) (?) [--; ---]<br />

ne uxor b[ene meren-]<br />

tibus fec[it.]<br />

CIL VI 17226; CIL X 1088*, 132 (Mommsen). – Libertini 1930, 316 nr. 8 (come inedita di provenienza ignota).<br />

Le lettere viste soltanto da Mommsen sono state indicate con sottolineatura. Le integrazioni sono mie.<br />

Sopra la prima riga sembra esserci spazio per l'invocazione D. M. S. 2: EPIG Mommsen; l'ultima lettera potrebbe<br />

essere anche una C, ma apparentemente nei tempi di Mommsen il testo si conservava meglio. 3: XI Mommsen;<br />

l'asta verticale fa probabilmente parte di una L. 5: ANNIS·VI·I stranamente Mommsen; l'ultima asta verticale<br />

potrebbe appartenere a una D.<br />

Epig[onus ?] doveva essere il marito della dedicante e la coppia aveva anche una figlia<br />

Epigona. – Datazione: II secolo.<br />

82. Inv. 940 (Sala IX, 119). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea ricomposta da due frammenti. Retro liscio. Campo epigrafico leggermente ribassato.<br />

26 x 31 x 2,2-3,5; alt. lett. 2,0-3,0. La scrittura ha un andamento corsiveggiante. 4: I montante. Punti<br />

triangolari o oblunghi.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. La segnalazione più antica dell'iscrizione risale al Mommsen, che<br />

la collocò tra le urbane ("originis, ut videtur, urbanae"). Mi sembra che essa sia catanese, soprattutto<br />

in base al formulario (L3), con l'invocazione D. M. S. (vd. pp. 123-24).<br />

D(is) M(anibus) s(acrum).<br />

Euplus<br />

vix(it) ann(is)<br />

XVÌIII.<br />

CIL VI 17384; CIL X 1088*, 136 (Mommsen).<br />

4: XVÌII Mommsen.<br />

Datazione: fine del I secolo – II secolo.<br />

83. Senza nr. inv. Cortile. Collezione Biscari.<br />

Blocco in pietra lavica. Lati irregolari; lo spessore è più grande nella parte superiore (visto dal lato, il<br />

blocco ha la forma di un G), per facilitare l'inserimento del blocco sopra un oggetto rettangolare. 24 x<br />

82 x 44; alt. lett. 6-8. Forme delle lettere: A, ∈, P (la forma del pi indicata da Kaibel è erronea).<br />

Provenienza: probabilmente Catania (o un altro centro subetneo). La segnalazione più antica risale a<br />

Kaibel, che vide l'iscrizione nel Museo Biscari e ne considerava l'origine incerta, ma siciliana ("Siculae

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