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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 119<br />

taria e perduta IG XIV 513 = CIL X 7111 aveva una caratteristica ben attestata anche altrove:<br />

dopo il testo in latino, seguiva l'acclamazione finale oÈd‹w (= oÈde‹w) éyãna[tow]. 478<br />

Nell'epigrafia greca l'invocazione ai Yeo‹ KataxyÒnioi rappresenta probabilmente un<br />

influsso dell'invocazione onnipresente nell'epigrafia funeraria latina agli Dei Mani. Questo<br />

viene confermato dal confronto con Siracusa, che epigraficamente rimane fino al medioevo<br />

abbastanza unilingue, cioè greca. Negli epitaffi siracusani l'invocazione è rara. 479 Come dico<br />

sopra, l'invocazione è attestata nella maggioranza degli epitaffi pagani catanesi greci, ma per<br />

la maggior parte nella forma Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw). In alcuni epitaffi troviamo comunque<br />

una formula che corrisponde più esattamente alla latina D. M. S., comune a Catania (vd. p.<br />

101). In un caso, IG XIV 484, la sigla è stata copiata come tale, con lettere latine. Inoltre,<br />

troviamo la forma Y(eo›w) K(ataxyon¤oiw) fl(erÒn) (148), probabilmente un calco della frase D.<br />

M. S. Anche l'abbreviazione Y K % in 53 è, a mio avviso, un'imitazione della sigla D M S. Lo<br />

stesso vale forse anche per la sigla Y K D (o Y. KA. ?) nell'iscrizione perduta IG XIV 495.<br />

Come dico sopra (p. 90), gli epiteti più comuni negli epitaffi greci di Catania sono<br />

glukÊtatow e eÈseb°statow. Almeno il primo dei due diventa comune nell'epigrafia greca a<br />

causa dell'influsso del latino (dulcissimus); nel secondo, che continua la tradizione locale di<br />

usare l'epiteto eÈsebÆw, si potrebbe vedere l'influsso dei superlativi piissimus e pientissimus.<br />

Ci sono esempi sporadici di interferenza grafica. In un'iscrizione latina, il lapicida<br />

comincia ad usare le lettere greche in mezzo a una parola: EVTUXI% (CIL X 7072); troviamo,<br />

inoltre, la lettera R usata in luogo di R (CIL X 7071). Ci sono anche grafie spiegabili in base alla<br />

traslitterazione in latino dei nomi greci: Phonteius (CIL X 7083), phecit (69). In due iscrizioni<br />

greche troviamo cifre latine (73, IG XIV 484). In due altre epigrafi (109 e 147) c'è<br />

un'interessante caratteristica grafica: la lettera mi iniziale, usata per abbreviare un nome<br />

latino, è capitale, ma gli altri mi nelle iscrizioni hanno la forma corsiva. Potrebbe trattarsi<br />

dell'influsso della scrittura latina capitale.<br />

Identificare l'interferenza nell'uso delle abbreviazioni è difficile. Come ho detto a p. 93,<br />

queste ultime sono poco comuni nelle iscrizioni greche di Catania. L'interferenza del latino è<br />

sicuramente presente in IG XIV 484, già segnalata, in cui la frase zhsen th viene abbreviata<br />

EZH E – cfr. vix(it) a(nnis); per l'abbreviazione MNH per mnÆmhw nella stessa epigrafe non è così<br />

facile trovare un modello latino, visto che per il nesso mnÆmhw xãrin non c'è un parallelo latino<br />

a Catania.<br />

2.9.2.2. La congruenza dei formulari<br />

Dal punto di vista delle manifestazioni del bilinguismo, il fenomeno più interessante<br />

nell'epigrafia catanese è comunque il fatto che i formulari latini e greci siano piuttosto<br />

convergenti. Mettendo a confronto lo sviluppo dei formulari greci di Catania con Siracusa, si<br />

può dire che gli inizi sono molto simili, con il formulario dei tipi G2 e soprattutto G3c.<br />

Tuttavia il fattore diversificante è la menzione dei dedicanti dell'iscrizione, che a Siracusa<br />

rimane sempre molto rara, 480 ma nelle città nord-orientali della Sicilia viene introdotta forse<br />

nel I secolo d. C.; in tutto, gli epitaffi pagani in cui si menzionano i defunti e i dedicanti<br />

478 Per la lettura data da Amico, trascurata da Mommsen, vd. l'edizione, al nr. 159.<br />

479 Vd. ad es. Korhonen 2002, 72.<br />

480 Korhonen 2002, 71.

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