L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 355
menzionati anche altri studiosi, le schede epigrafiche dei quali non si trovano in libri
manoscritti. Sono i seguenti: F. Bianchini (1662–1729); G. B. De Rossi (1822–1894); D. Giorgi
(1690–1747); A. F. Gori (1691–1757); A. M. Lupi (1695–1737); G. Marini (1742–1815); J. P.
Seguier, attivo a Roma negli anni '30 del Settecento; R. Venuti (1705–1763). Viene usato il
semplice cognome.
Vengono pubblicate prima le copie delle iscrizioni antiche. Dopo le epigrafi urbane
pagane latine e greche, nell'ordine dei numeri degli archetipi nel CIL VI (365–508) e nelle
IGUR (509–511), seguono le copie delle iscrizioni cristiane, nell'ordine delle ICUR (512–534), e
le iscrizioni di altre città (n.ri 535–539), nell'l'ordine alfabetico dei nomi antichi delle rispettive
città. Dopo le copie di iscrizioni non identificate, ma probabilmente antiche (540–550),
seguono le copie di iscrizioni postclassiche (551–553), e le false (554–557). Come le iscrizioni
pubblicate nelle sezioni precedenti, anche queste sono state studiate tra aprile del 1999 e
aprile del 2002 da Kalle Korhonen e Giovanni Salmeri.
Copie delle iscrizioni urbane pagane latine incluse nel CIL
365. Inv. 514 (Sala VII, 158). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.
Lastra marmorea, con gli angoli inferiori tagliati. Retro liscio. 20 x 35,5 x 2,8; alt. lett. 2,5-3. Mano A.
Scrittura continua. 3: AE in nesso. Riga 4 centrata. La scheda di Scammacca contiene il commento:
"marmo 20 (settem)bre 1746".
genio nvminivs fon/tis sermon chryseros / caesaris nostrilis / gancaia
Copia di CIL VI 151, cfr. 30704 (= Imagines Mus. Cap. 78-79 nr. 83); CIL X 1089*, 1. P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77
f. 1r (da cui A. F. Gori, Cod. Maruc. A 6 f. 81r); Anonimo (1), Cod. Maruc. A 77 f. 142v; Galletti, Diario (Cod. S.
Paolo), p. 79 (da Scammacca).
Nell'archetipo la fine è nostri lib. / Gangala. Visto nella collezione di Villa Altieri nel
Settecento, è finito nei Musei Capitolini, dove è stato segnalato a partire da Guasco (1775). (Il
significato della data indicata da Scammacca è incerto, cfr. pp. 19-21.)
366. Inv. 933 (Sala IX, 112). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.
Lastra marmorea. Retro liscio. 16 x 30 x 1,6; alt. lett. 2,7-3,3.
bonifati·vi/vas·sacerdus
Copia di CIL VI 166, cfr. 30706 (dove il testo della copia) (= Imagines Mus. Cap. 574-75 nr. 2195). CIL X 1089*, 54. P.
Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f. 16v (da cui A. F. Gori, Cod. Maruc. A 6 f. 95r), 151v; Anonimo (1), Cod. Maruc. A
77 f. 142r. – G. Manganaro, ASSir 5-6 (1959-60) 30-31 (con disegno).
L'originale è un'iscrizione tardoantica incisa su un rilievo dell'epoca di Marco Aurelio.
Viene riprodotta qui accuratamente. Proveniva dalla collezione Mattei; è finita nei Musei
Capitolini, dove è stata segnalata a partire da Guasco (1775). Un'altra copia è stata vista a
Ravenna (CIL XI 27*, 17).
367. Inv. 546 (Sala VII, 190). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.
Lastra marmorea, di cui gli angoli superiori sono stati tagliati. Sul retro, incisioni che potrebbero far
parte di un'immagine. 20 x 22,5 x 2,9; alt. lett. 1,3-1,7. Mano B, ma con apicature. Scrittura continua.
sacrvm covio / ercvlis voto·m·vl/pivs·avgv lib eor/tvnatvs·d·d
Copia di CIL VI 291 = 400 = 30754, cfr. p. 3004; CIL X 1089*, 2. P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f. 3r.