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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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294 Kalle Korhonen<br />

l'indicazione dello stato libertino. – Datazione: I secolo, in base alla paleografia e alla<br />

mancanza dell'invocazione.<br />

248. Inv. 410 (Sala VII, 54). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra marmorea mutila a sinistra. Retro grezzo. 24 x (40) x 7,2; alt. lett. 2,8-3,2. I montanti. Punti<br />

triangolari.<br />

Provenienza: Catania o Roma. La segnalazione più antica dell'iscrizione risale a Torremuzza, che la<br />

riporta nel Museo Biscari. Fu collocata tra le urbane dal Mommsen. Il caso è difficile, perché il<br />

formulario è insolito ovunque (vd. sotto), e perché mancano i paralleli contemporanei a Catania. I<br />

liberti dei Vipsanii sono naturalmente attestati a Roma e a Catania.<br />

[V]ìpsanì duo senes<br />

Thalamus et<br />

[---]+venua hìc<br />

consacratì.<br />

CIL VI 29006; CIL X 1088*, 375 (Mommsen). Torremuzza 1769 1 , 281 nr. 20; 1784 2 , 301 nr. 19 (da I. Biscari, cfr. sopra,<br />

p. 45; tra "suspectae et recentiorum temporum figmenta").<br />

3: [ING]VENVA CIL VI (Mommsen o C. Hülsen; una simile grafia in CIL VI 4022). In confronto con le altre<br />

righe, non sembra che ci sia posto per tre lettere – nella r. 1 manca solo la V, nella r. 2 solo una parte della T.<br />

Comunque, la piccola traccia prima della V potrebbe essere l'estremità superiore di una G.<br />

È molto interessante il formulario, con il verbo consecro (o consacro), che normalmente si<br />

usa nelle dediche alle divinità. Un'ara funeraria poteva essere consecrata, 235 ma l'unico<br />

parallelo a me noto in cui l'oggetto della consecratio è il defunto è CIL VI 1803: hic consecrata est<br />

Sex. Aeli Terti coniunx Sergia Syntyche (su un'altare databile alla fine del II secolo). Il verbo<br />

potrebbe riferire alla cremazione (il verbo ha anche il significato "divinizzare"). 236 – I<br />

personaggi appartenevano senza dubbio alla clientela di Agrippa. 237 – Per il secondo<br />

cognome, non posso proporre una soluzione soddisfacente. 238 – Datazione: I secolo.<br />

ISCRIZIONE CRISTIANA (?)<br />

249. Inv. 609 (Sala VII, 253). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra marmorea mutila nell'angolo superiore destro. Retro liscio. 20 x 25 x 2,2; alt. lett. 2,7-4,0. A, V e<br />

M curvate; G con una coda curva verso il basso (per la forma, cfr. il nr. 244); L con il braccio inclinato<br />

in basso. 2: A senza traversa.<br />

Provenienza: Roma o Catania. La segnalazione più antica risale a Torremuzza, che riporta l'iscrizione<br />

nel Museo Biscari; Mommsen la collocò tra le urbane. Il caso è estremamente difficile; mancano<br />

completamente gli elementi probanti.<br />

VI, i nomi sono stati emendati, ma anche il formulario, che è diventato L5.<br />

235 Ad es. CIL VI 5176: D(is) M(anibus) locus consacratus. Iulia Luciane vixit ... , cfr. anche CIL VI 10520 ... bene merenti<br />

de se consacravit, inoltre VI 15696 e 19829.<br />

236 A Catania il verbo consecrare viene usato nell'iscrizione Manganaro 1989, 176 nr. 50 (AE 1989, 341n), ma in essa<br />

l'oggetto della consecratio è chiaramente il monumento funerario.<br />

237 Su essa, vd. ad es. G. Fabre – J.-M. Roddaz, 'Recherches sur la "familia" di M. Agrippa', Athenaeum 60 [1982] 84-<br />

112.<br />

238 Il supplemento proposto nel CIL VI non è stato accettato nell'indice di Vidman, che segnala il caso tra i nomi<br />

frammentari (Vidman 1980, 357).

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