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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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208 Kalle Korhonen<br />

88. Inv. 636 (Sala VII, 280). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra marmorea. Retro grezzo; superficie incrostata. 19 x 24,5 x 4; alt. lett. 1,3-2,5. Lettere irregolari. 4:<br />

ME in nesso. Punti triangolari.<br />

Provenienza: probabilmente Catania (o un altro centro della Sicilia orientale?). L'iscrizione fu collocata<br />

tra le copie da Mommsen; quindi sarebbe l'unica testimonianza diretta di un'epigrafe urbana. A mio<br />

avviso, la qualità irregolare delle lettere e l'impaginazione del testo non corrispondono alle copie<br />

"gallettiane" (anche se la N all'inizio della r. 5 assomiglia alle N delle copie, può darsi che il lapicida<br />

abbia cominciato a scrivere una M). Per di più, l'incrostazione è presente anche nelle lettere, e quindi<br />

l'età dell'iscrizione è notevole. L'elemento decisivo a favore della provenienza non urbana è<br />

l'inclusione dell'epigrafe soltanto nella seconda edizione della raccolta di Torremuzza, anche se<br />

apparteneva alla collezione Biscari (cfr. p. 47). Se non è catanese, potrebbe provenire da un altro<br />

luogo, ma non da lontano (cfr. p. 124).<br />

D(is) M(anibus).<br />

Fl(avius) Melovius<br />

vix(it) nn(is) XVI,<br />

mens(ibus) III, dieb(us) V,<br />

nat(ione) Macedo.<br />

CIL VI 18132a; CIL X 1089*, 96 (Mommsen). Torremuzza 1784 2 , 187 nr. 85 (da I. Biscari, cfr. sopra, p. 45); Ferrara<br />

1829, 415 nr. 2.<br />

2: MEIOVIVS Mommsen; la terza lettera non è sicura, ma è piuttosto una L.<br />

Nel contesto catanese è notevole l'indicazione dell'origine del personaggio. 138 – Il<br />

cognome, che nell'indice del CIL VI di Vidman [1980, 292] viene registrato sotto *Meiovius,<br />

potrebbe essere il greco MhlÒbiow, come mi ha suggerito Heikki Solin. Fu il nome di uno dei<br />

Trenta tiranni di Atene, 139 ma nell'epoca imperiale romana il nome non sembra altrimenti<br />

attestato. – Il formulario è L3. – La paleografia ha una certa somiglianza con il nr. 55. –<br />

Datazione: seconda metà del II secolo – III secolo, visto anche l'uso dell'abbreviazione<br />

Fl(avius).<br />

89. Inv. 293 (Sala VI, 101). Magazzino del cortile. Museo Civico.<br />

Lastra marmorea inserita in un quadro di gesso. 19 x 24,5 x tra 1 e 5,5; alt. lett. 2,2-1,8. Aspetto delle<br />

lettere, soprattutto delle E e delle F, lievemente corsiveggiante. 4: XV in nesso. Punti triangolari.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. Il gentilizio Fretensis, attestato soltanto a Siracusa (vd. sotto), e il<br />

formulario L3 rendono verosimile la provenienza dalla Sicilia orientale (cfr. pp. 123-24). Visto che la<br />

segnalazione più antica dell'iscrizione è nell'Inventario, sembra che sia arrivata nelle collezioni dopo<br />

Mommsen, e quindi dovrebbe essere catanese.<br />

Inedita.<br />

D(is) M(anibus) s(acrum).<br />

C(aius) Fretensis<br />

Numerius vixit<br />

ann(is) XXXV.<br />

138 La testimonianza non è inclusa nella recente prosopografia dei Macedoni, A. B. Tataki, Macedonians Abroad<br />

(MeletÆmata 26), Athens 1998, perché essa non comprende le iscrizioni latine.<br />

139 Vd. ad es. Aristot. Ath. pol. 29, 1; Lys. 12, 12 e 19; Xen. Hell. 2, 3, 2. C'è anche un'altra attestazione ateniese del V<br />

secolo a. C.: LGPN II 310.

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