L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

386 Kalle Korhonen
494. Inv. 710 (Sala VIII, 57) (fr. sin.); 419 (Sala VII, 63) (due frr. d.). Mag. sup. Coll. dei Benedettini.
Lastra marmorea ricomposta da tre frammenti, mutila in alto e in basso a sinistra. Retro liscio. La lastra
è stata stondata a sinistra. A destra, sono incisi un albero e un cervo. 25 x 62 x 2,5; alt. lett. 2,8-4. Mano
B, ma con apicature.
ivlia mvsa et l val/erivs salvivs fecer/vnt vliae atticillae / filiae svae
Copia di CIL VI 27758 (dove il testo della copia) (= Filippi 1998, fig. 83 nr. 51225); CIL X 1089*, 117. Anonimo (1),
Cod. Maruc. A 77 f. 142r. – C. Stevenson, Cod. Vat. lat. 10574 f. 168r (solo fr. sin.; "falsa"). La parte vista ancora da
Mommsen, ma perduta, è stata sottolineata.
Il gentilizio originale delle donne era Tullia. L'archetipo è stato segnalato a partire dal
Cinquecento nel monastero di S. Paolo fuori le mura; si conserva nel chiostro (Filippi).
495. Inv. 578 (Sala VII, 222). Magazzino superiore. Collezione Biscari.
Lastra marmorea. Retro grezzo. 15 x 23,5 x 2,4; alt. lett. 1,3-1,6. Mano B, con lettere più profonde del
solito.
cn·tvrvlli cn·l / evangeli·cn·tvrv/lli·cn ldionisi·patp/oni·ex·par·s·h·m·h·
Copia di CIL VI 27839, col. A; CIL X 1089*, 205. Ferrara 1829, 433 nr. 14.
La fine originale è: ex parte s. h. m. h. s. Il testo sulla colonna B dell'originale fu
riprodotto su un'altra lapide (il nr. seguente). L'archetipo fu trovato nelle vicinanze di S.
Pietro in Montorio nel 1743, e conservata in seguito in una scalinata adiacente (Marangoni).
Visto nell'atrio della medesima chiesa verso la fine del secolo (Marini), è finito più tardi nei
Musei Vaticani.
496. Inv. 951 (Sala IX, 130). Magazzino superiore. Collezione Biscari.
Mattone di terracotta con superficie non levigata. 14 x 33,5 x 3,8; alt. lett. 1,7-2,2. Mano B. Spazi come
indicato.
l·marci·spcol / rveieottaviaian/ge
Copia di CIL VI 27839, col. B; CIL X 1089*, 136. Ferrara 1829, 433 nr. 9.
La fine dell'originale è Octavia L. l. Auge. In esso, il testo era su due colonne, che furono
copiate su due pietre diverse, questa e la precedente.
497. Inv. 517 (Sala VII, 161). Magazzino superiore. Collezione Biscari.
Lastra marmorea. Lato sinistro leggermente curvato. Retro liscio. 24,5 x 37 x 2; alt. lett. 2-2,5. Mano A.
Scrittura continua.
valeria evtenia / sibi et vipsanio / atimetio coniv/gi svo carissimo / 5 post·er svis
Copia di CIL VI 28181 (= Imagines Mus. Cap. 496-97 nr. 1950); CIL X 1089*, 206. Ferrara 1829, 429 nr. 3. Cfr.
Billanovich 1967, 90.
Il testo fu copiato accuratamente, tranne il cognome che nell'originale è nella forma
Atimeto. L'archetipo appartenne alla collezione Ficoroni, che l'aveva acquisito nel 1736; fu
visto più tardi presso Francesco Palazzi. È finito nei Musei Capitolini.
498. Inv. 902 (Sala IX, 81). Magazzino superiore. Collezione Biscari.
Lastra marmorea. Segni di uno strumento nella superficie; retro liscio. 11 x 22 x 2; alt. lett. 2. Mano B,
ma con apicature.
venerivs / vesidivs·