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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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342 Kalle Korhonen<br />

343. Inv. 349 (Sala VI, 157). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra di marmo bianco ricomposta da due frammenti e restaurata, mutila a destra. Retro liscio. 51 x<br />

(55) x 2,9-4,1 (meno spesso sul lato sinistro); alt. lett. 8 (1); 6 (2); 5,3-5,5 (3-5). 5: due ultime lettere<br />

danneggiate. Le righe del testo non sono esattamente in linea con i lati superiore e inferiore. Punti<br />

triangolari e a forma di uncino.<br />

Provenienza probabilmente urbana. La segnalazione più antica risale al Mommsen, che vide<br />

l'iscrizione "Catanae apud Benedictinos". Venne pubblicata nell'Ephemeris epigraphica IV, apparsa nel<br />

1881, con il commento "litteris magnis et pulchris. Videtur esse urbana". 260 Stabilire la provenienza<br />

in base alla qualità dell'esecuzione è in questo caso molto difficile, visto che si tratta di un'epigrafe<br />

del I secolo dedicata all'imperatore, la qualità della quale doveva essere molto alta. Comunque, se è<br />

catanese, un'iscrizione del genere dovrebbe contenere il nome del dedicante, che un tale monumento<br />

avrebbe dovuto "immortalare" in una città provinciale. Nell'epigrafe non c'è assolutamente posto per<br />

un nome; ma se il titolo censori fu abbreviata CENS, lo spazio alla fine di r. 5 sarebbe sufficiente per<br />

d(ecreto) d(ecurionum). In ogni caso, al momento mancano i motivi per collegare l'attività<br />

dell'imperatore Claudio con la città di Catania. Le vicende dell'iscrizione sono misteriose; è difficile<br />

spiegare il silenzio degli autori anteriori di Mommsen su un'iscrizione così notevole – a quanto pare,<br />

era la più grande iscrizione conservata nel Museo dei Benedettini. È noto, comunque, che molte<br />

iscrizioni appartenute alla collezione dei Benedettini rimasero fuori dalle opere di Torremuzza e<br />

Ferrara. Non è, quindi, impossibile che sia arrivata a Catania già nel Settecento.<br />

5<br />

Ti(berio) Claudio [Drusi f(ilio)]<br />

Caesari Aug(usto) Ge`[rmanico]<br />

pontifici max[imo, trib(unicia)]<br />

potest(ate) *X*I*I, imp(eratori) *X[*X*V, co(n)s(uli)]<br />

*V, p(atri) p(atriae), cen[sori.]<br />

CIL VI 31283 (Mommsen), cfr. p. 4341 (G. Alföldy dalla fotografia e dalla scheda dell'Istituto di Epigrafia<br />

dell'Università di Roma "La Sapienza"). T. Mommsen, EE IV (1881) 274 nr. 777. – Cfr. Libertini 1937, 43; M.<br />

Menichetti, AFLPer 21 (1983-84) 190.<br />

5: CLN Mommsen, EE; CEN id., CIL. Le integrazioni sono quelle di Mommsen e Alföldy.<br />

La dedica all'imperatore Claudio è databile tra 25 gennaio 52 e 24 gennaio 53, in base<br />

alla cifra della tribunicia potestas. L'iscrizione doveva appartenere a una base di statua (cfr.<br />

Menichetti).<br />

344. Inv. 616 (Sala VII, 260). Magazzino superiore. Collezione Biscari (già Benedettini).<br />

Lastra marmorea decorata in basso con un rilievo in cui eroti sostengono una ghirlanda; sopra il<br />

rilievo, un nastro; in alto, il campo epigrafico, riquadrato da una cornice modanata. Mutila<br />

nell'angolo superiore sinistro e in basso. Retro liscio. 75 x 40 x 2,9; campo epigrafico 43 x 32; alt. lett.<br />

3,2-3,5. Lettere poco profonde. 5: R in margine.<br />

Provenienza urbana. "Exscripsi Romae, apud lapidicinum" Lesley; "Romae olim apud lapicidam in via<br />

Suburrae" (Amaduzzi, Anecdota). – Trasportata a Catania negli anni '40 del Settecento; segnalata nel<br />

Museo dei Benedettini da Galletti, ma nel Museo Biscari da Torremuzza, Ferrara e Mommsen (cfr. p.<br />

61).<br />

260 Forse a causa della segnalazione nell'EE l'iscrizione non venne inclusa nell'elenco delle iscrizioni aliene<br />

conservate in Sicilia del CIL X (CIL X 1088*).

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