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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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174 Kalle Korhonen<br />

possibile; potrebbero anche essere dell'età traianea, ma forse non più recenti. Il ruolo di T.<br />

Flavius Ionius nella (ri)costruzione del teatro è incerto, ma era probabilmente un finanziatore,<br />

come ha proposto Wilson. È anche stato proposto che fosse un architetto-liberto, 86 ma questo<br />

sembra meno verosimile. Nel teatro di Catania, in cui tutte le costruzioni visibili risalgono<br />

all'epoca romana, sono distinguibili due fasi imperiali, che precedono una restaurazione più<br />

notevole in età severiana. 87 La prima fase imperiale è dell'età giulio-claudia; per la seconda,<br />

Lugli (cit. a nota 87) ha preferito la prima metà del II secolo; Wilson ha proposto l'esistenza di<br />

una fase edilizia flavia, mentre Pensabene (pp. 71, 73) pensa a un'attività edilizia prolungatasi<br />

forse dall'epoca flavia o traiano-adrianea fino al periodo di Marco Aurelio. In ogni caso, con<br />

questa fase costruttiva del teatro deve essere collegata l'attività di T. Flavius Ionius.<br />

31. Inv. 922 (Sala IX, 101). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Frammento superiore di una lastra marmorea. Superficie corrosa; retro grezzo. (13) x (37) x 5,2; alt. lett.<br />

7. Lettere corsiveggianti. Punti triangolari prima e dopo LICINIVS.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. La segnalazione più antica risale al Mommsen, che vide il<br />

frammento nel Museo Biscari, e lo collocò tra le iscrizioni funerarie urbane. Comunque, il frammento<br />

non sembra funerario, ma dovrebbe più verosimilmente appartenere a un'epigrafe onoraria o edilizia<br />

tardoantica. Visto che si tratta di un frammento (cfr. cap. 3.4), ma anche in base alla somiglianza con<br />

un altro frammento catanese (vd. sotto), non sembra verosimile la provenienza urbana. Potrebbe<br />

provenire dal teatro, come il frammento segnalato sotto.<br />

[---] Licinius Eùrò`[tas (?)]<br />

------<br />

CIL VI 21259; CIL X 1088*, 216 (Mommsen).<br />

FVRC Mommsen, CIL X; FVR e la lettera C, G o O, id., CIL VI. La prima lettera può essere un'E o una F. La<br />

terza è probabilmente R, ma B non è impossibile; la quarta è C, G, O o Q (non S).<br />

È problematico il carattere dell'epigrafe. Un parallelo paleografico, con misure simili, è<br />

stato pubblicato da G. Manganaro (1989, 177 nr. 52, fig. 56 = AE 1989, 341 p); proviene dal<br />

teatro antico di Catania. 88 Secondo Manganaro è forse la fronte di un sedile. Vista la<br />

grandezza delle lettere, tutte e due le iscrizioni sono di un certo rilievo; la nostra potrebbe<br />

anche essere edilizia. È difficile proporre una datazione in base alla paleografia; se veniva<br />

indicato il prenome di Licinius, il quadro cronologico più verosimile mi sembra il III secolo. –<br />

L'integrazione del secondo nome in modo soddisfacente mi risulta impossibile. Ho integrato<br />

Eurota(s) (EÈr≈taw), attestato in età imperiale; 89 i nomi inizianti con Furc-, Furo- o con Eubosono<br />

poco verosimili. 90<br />

86 W. Eck ap. Wilson 1996, 161 nota 35.<br />

87 Sul teatro, vd. soprattutto Wilson 1990, 63-70 e Pensabene 2000, 53-74, 87-88; inoltre, cfr. G. Lugli, Studi minori di<br />

topografia antica, Roma 1965, 215-17 (originariamente in Atti del VII Congresso nazionale di storia dell'architettura,<br />

Roma 1955); F. Coarelli, in Coarelli – Torelli 1984, 329-30; Wilson 1988, 125-27; O. Belvedere, ANRW II 11. 1 (1988)<br />

368-70.<br />

88 Si legge soltanto il nome C]aecilianu[s; le misure sono, secondo Manganaro, 20 x 32 x 5,5; alt. lett. 7,8. Il<br />

frammento, che ho visto esposto nell'Antiquarium del teatro nel 2002, contiene anche una cornice semplice in alto.<br />

89 Vd. LGPN II 183, IIIA 176; Solin 1982, 641 (e 1342).<br />

90 Furcatus, Furcianus e Furo sono rari (vd. Kajanto 1965, 342; Solin – Salomies 1994, 336; Kajanto 1965, 327); sono<br />

da escludere anche gli antichi gentilizi Furcilius e Furcius. EÎboiow e EÈboeÊw non sono ben attestati in età imperiale<br />

(vd. LGPN II 164, IIIB 149, per il primo; I 171 per il secondo). Eubolius sembra attestato solamente in ICUR 3451.

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