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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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P(ublio) Ancitio F`+[---],<br />

qui vixit annis<br />

VII et diebus VII,<br />

cuius furibundae ru-<br />

5 perunt fila sorores,<br />

cuius funus myseri videre<br />

parentes; Ancitia<br />

Fortunata et L(ucius) Cornelius<br />

Neptunalis filio<br />

10 dulcissimo fecerunt`.<br />

La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 303<br />

CIL VI 11624 (cfr. p. 3509); CIL X 1088*, 25 (Mommsen). D. Giorgi, Cod. Bibl. Casanatense 1125 f. 170r nr. 11;<br />

Muratori 1739-42, 1130 nr. 1 (da P. P. Ginanni); Amico 1741, 221 nr. 22 (da cui Torremuzza 1769 1 , 145 nr. 4; 1784 2 ,<br />

154 nr. 6 [dalle schede di Torremuzza Donati 1765, 355 nr. 8]); Anonimo (1), Cod. Maruc. A 77 f. 142v; Ferrara 1829,<br />

423 nr. 8; Bertucci 1846, 35 nr. 16. – Dal CIL F. Buecheler, Carmina Latina epigraphica (= CLE), Lipsiae 1895, 236 nr.<br />

494. – Cfr. Filippi 1998, 16, 77, 86.<br />

1 (dopo ANCITIO): F·L Giorgi, Ginanni; FI Anonimo, Cod. Maruc.; F·F Amico (F·A Torremuzza, per<br />

errore), P·F· Ferrara, P·F Mommsen (che in realtà vide solo le parti inferiori delle lettere dopo P·AN,<br />

apparentemente perchè erano coperte in qualche modo). Il punto indicato da alcuni autori non c'è, e credo, anche<br />

dopo aver discusso il problema con Mika Kajava, che seguisse il cognome del figlio; la filiazione è esclusa (vd.<br />

anche sotto). 2-3: Le ultime lettere, viste da Giorgi, Muratori e Anonimo (Cod. Maruc.), sono state sottolineate. 6-<br />

7: la forma videre è stata impaginata in maniera particolare.<br />

La fraseologia è nel livello più letterario che in altre iscrizioni importate del museo. Le<br />

righe 4-5 sono in esametro, anche se zoppicante. Sorores si riferisce alle Parche, gli spiriti<br />

malefici spesso nominati negli epigrammi con il nome Parcae sorores (ad es. CLE 428) o solo<br />

sorores. Ci sono molti paralleli per l'espressione ruperunt fila sorores (ad es. CLE 443, 1011, 1114,<br />

1523). –Il gentilizio Ancitius è raro (solo questa iscrizione viene segnalata in Solin – Salomies<br />

1994, 15; è attestato forse anche in AE 1983, 282 [Otranto]). In base alla lettura di Mommsen,<br />

l'epigrafe era stata inserita tra i rari casi in cui il defunto non ha un cognome, anche se i<br />

genitori ce l'hanno, vd. Salomies 1987, 297. Con la nuova lettura, scompaiono anche le<br />

difficoltà connesse con i diversi prenomi del figlio e del padre. È possibile che il cognome del<br />

defunto abbia iniziato con Fe- (cfr. la lettura di Amico). – Datazione: tra la metà del I e la metà<br />

del II secolo.<br />

263. Inv. 348 (Sala VI, 156). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra di marmo. Retro liscio. 18 x 50 x 3; alt. lett. 2,2-3,5. 2: foglia di edera. Punti triangolari. 2-4: linee<br />

guida.<br />

Provenienza urbana confermata dalle segnalazioni di Ghezzi e Vettori, che videro l'iscrizione a Roma o<br />

nei suoi dintorni nei primi decenni del Settecento (vd. cap. 1.3.6); essa è segnalata anche nelle schede<br />

di Scammacca (vd. cap. 1.3.2.5). Luogo di ritrovamento ignoto. Trasportata nel Museo dei Benedettini<br />

di Catania negli anni '40 del Settecento, visto che è segnalata nel Cod. Maruc. A 77.<br />

M(arcus) Antonius Agathopus<br />

fecit sibi et<br />

Atelliae Primigeniae<br />

sorori suae carissimae.

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