18.06.2013 Views

L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 125<br />

Museo Civico corrisponde più o meno a quella presente nel materiale certamente catanese, è<br />

sempre verosimile che la grande maggioranza provenga da Catania. Negli epitaffi cristiani<br />

della Sicilia orientale, scritti per la maggior parte in greco, non sono visibili chiare differenze<br />

tra le città; i formulari cristiani non vengono usati qui come argomenti per la provenienza.<br />

3.3. Altri criteri interni<br />

A proposito del materiale usato per il supporto, l'uso della pietra lavica rende praticamente<br />

impossibile la provenienza urbana. Nel caso delle lastre di marmo, non ci sono soluzioni<br />

facili. Come si è detto sopra (p. 76), le iscrizioni catanesi sono spesso lastre con un aspetto<br />

modesto, senza la riquadratura del campo epigrafico. Comunque, è chiaro che non si tratta di<br />

una caratteristica limitata a Catania: anche tra le iscrizioni urbane importate nelle collezioni<br />

catanesi, tali iscrizioni costituiscono il gruppo numericamente più grande, anche se la lieve<br />

maggioranza delle lastre iscritte hanno una riquadratura (vd. sopra, p. 40). In ogni caso,<br />

l'assenza di una riquadratura non può essere usata come un criterio per la provenienza.<br />

Riguardo alla paleografia, nelle iscrizioni catanesi non ci sono caratteristiche non<br />

attestate nell'abbondanza urbana delle forme. In ogni caso, visto che non troviamo certi tipi di<br />

scrittura ben attestati a Roma nelle iscrizioni catanesi, la paleografia viene talvolta usata come<br />

argomento favorevole alla provenienza urbana. In pochi casi viene usato come argomento per<br />

la provenienza catanese "l'aspetto esterno"; in tali casi, si tratta dell'impressione personale che<br />

l'epigrafe appartenga alla cultura epigrafica locale.<br />

Come argomento per la provenienza catanese Mommsen usava anche le manifestazioni<br />

del bilinguismo, come ho detto sopra; Kaibel fu d'accordo. Le manifestazioni del<br />

bilinguismo a Catania sono state discusse alle pp. 118-120. Anche se le iscrizioni veramente<br />

bilingui sono poche, troviamo, comunque, molte indicazioni del bilinguismo, alle quali<br />

appartiene, a mio avviso, anche la forte presenza dei formulari corrispondenti G4 e L4.<br />

Naturalmente, tali manifestazioni si trovano anche nelle iscrizioni di Roma, pagane e cristiane,<br />

ma estremamente rari a Roma sono gli epitaffi pagani con lo stesso testo in greco e in<br />

latino. 494 Il bilinguismo può, in ogni caso, essere considerato come uno degli argomento in<br />

favore della provenienza siciliana, soprattutto per quanto riguarda le iscrizioni pagane.<br />

Gli argomenti onomastici sono difficili, come è noto. In questa edizione, la presenza di<br />

alcuni gentilizi ben attestati a Catania (Arrius, Atilius, Vibius, Vipsanius) viene considerata<br />

come uno degli argomenti per la provenienza non urbana. È ovvio che tutti i gentilizi siano<br />

attestati anche a Roma, e perciò, sono necessari anche altri argomenti.<br />

In questa edizione nessuna iscrizione latina collocata da Mommsen tra le catanesi è<br />

stata ricollocata tra le urbane. Questo è comprensibile, visto che quest'ultimo ha collocato<br />

talmente poche epigrafi di provenienza non accertata tra le catanesi. La situazione delle<br />

greche è diversa: tre iscrizioni, una pagana e due giudaiche, sono "diventate" urbane; due<br />

altre, pagane, sono state collocate tra i documenti di origine incerta. In questi casi, gli<br />

argomenti riguardano i formulari e le caratteristiche della scrittura.<br />

494 Vd. Kaimio 1979, 172-76 e, inoltre, I. Kajanto, A Study of the Greek Epitaphs of Rome (Acta Instituti Romani<br />

Finlandiae 2.3), Helsinki 1963 (con molte osservazioni utili, malgrado la critica devastante di L. Robert, Bull. ép.<br />

1965, 481); per gli epitaffi cristiani, vd. le statistiche accurate di Felle, cit. a n. 473, 669-78.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!