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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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[filiae] bene merenti.<br />

[Depo]sta in pace.<br />

La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 349<br />

ICUR I 2693 (Silvagni); CIL X 1088*, 455 (Mommsen). Anonimo (1), Cod. Maruc. A 77 f. 142r.<br />

2: FECIE lapide. Ho seguito le integrazioni di Silvagni.<br />

Datazione: IV secolo.<br />

357. Inv. 715 (Sala VIII, 62). Magazzino superiore. Collezione: Museo Civico.<br />

Lastra marmorea anepigrafe decorata con due colombe che bevono da una cratere. Nel retro si<br />

conserva una parte di una cornice modanata, notevolmente anteriore all'immagine. 16 x 29 x 2,8.<br />

Provenienza probabilmente urbana. Segnalata nei locali dell'ex Museo dei Benedettini, ormai Museo<br />

Civico da Silvagni, che la considerava proveniente da Roma. Questo sembra plausibile: la<br />

decorazione di questo tipo non è attestata nelle iscrizioni cristiane di Catania.<br />

ICUR 2694 (Silvagni).<br />

Datazione: IV-V secolo.<br />

358. Inv. 316 (Sala VI, 124). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra di terracotta ricomposta da due frammenti. Retro liscio. 28 x 58 x 3,4; alt. lett. 3,5-6,0. Forme delle<br />

lettere: A; i due beta sono diversi tra loro; Y, O, %.<br />

Provenienza urbana. "Ritrovata nelle catacombe, mi fù regalata dal Canonico Vmiltà [di S. Maria in<br />

Trastevere] l'anno 1745", Scammacca. Segnalata dal medesimo nel Cod. Maruc. A 77 tra iscrizioni<br />

trasportate nel Museo dei Benedettini di Catania (cfr. cap. 1.3.2.5).<br />

BÆrullow<br />

OÈrbikª yugatr¤.<br />

IG XIV 1508 (Kaibel) = ICUR I 4024 (da Kaibel). F. Vettori nelle schede del Conte d'Escalopier, Parigi, Bibliothèque<br />

Nationale (cit. nelle ICUR); P. Scammacca, Cod. Maruc. A 77 f. 5v (da cui A. F. Gori, Cod. Maruc. A 6 f. 94v); dagli<br />

autori anteriori De Rossi, scheda 7395 (cit. nelle ICUR). – Dalle ICUR: IGCVO 1281.<br />

1: BHRILLO% editori anteriori.<br />

L'iscrizione, altrimenti poco notevole, è interessante perché è l'unica iscrizione greca nel<br />

Museo Civico di cui gli autori accertano che fu portata da Roma. (Comunque, anche alcune<br />

altre epigrafi greche furono probabilmente trasportate a Catania.) Il motivo dell'interesse<br />

catanese riguardo all'iscrizione era il nome BÆrullow, che ricorda un vescovo della città<br />

dell'epoca paleocristiana. – Datazione: fine del III – IV secolo.<br />

359. Inv. 502 (Sala VII, 146). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea ricomposta da due frammenti, mutila a destra. Angolo superiore sinistro stondato.<br />

Retro liscio. 24 x (64) x 1,1; alt. lett. 2,5-3,2. 3: un segno divisorio forse dopo D; 4: segno divisorio a<br />

forma di S dopo SEPTIMB. Lo stigma è come una G caudata.<br />

Provenienza urbana. Vista nel pavimento della Basilica di S. Paolo dagli autori dei secoli XVI–XVII;<br />

Margarini specifica "in navi ab ara media, inter altare et 1. col(umnam)". Trasportata nel Museo dei<br />

Benedettini di Catania negli anni '40 del Settecento, perché segnalata nel foglio 142v del Cod.<br />

Marucelliano A 77 (cfr. cap. 1.3.2.5). Collocata erroneamente tra le copie e le false da Mommsen.

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