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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 35<br />

archetipi), 112 e, con meno di sei archetipi, le collezioni Giustiniani, Passionei (a Frascati),<br />

Pamphili, Porcari e Capponi. Degna di nota è anche la collezione Passionei nell'eremo<br />

camaldolese di Frascati, in cui sono stati segnalati cinque archetipi del nostro materiale<br />

"gallettiano". 113 Sappiamo che uno di questi, CIL VI 9028, era appartenuto a P. L. Galletti, ed è<br />

possibile che altri ancora provenissero dalla sua collezione. 114 Quasi una ventina di archetipi,<br />

provenienti dalle collezioni qui segnalate, sono finiti nei Musei Vaticani. Spicca l'assenza<br />

quasi totale – per fare un esempio – dell'importante collezione Farnese; nella collezione si<br />

conservavano gli archetipi di 509 e 511, tutti e due greci.<br />

Relativamente all'esportazione del materiale epigrafico in Sicilia, è interessante notare<br />

che venivano copiate almeno sei lapidi acquistate da Scammacca e in seguito importate a<br />

Catania. 115 Mentre per altre mancano le notizie anteriori al trasporto in Sicilia, 318 (= CIL VI<br />

24492) proveniva dalla collezione di S. Paolo fuori le mura. Essa è l'unica finita nella<br />

collezione dei Benedettini, mentre le altre sono finite nella collezione Biscari. È notevole,<br />

inoltre, che tre archetipi, tutti provenienti dalla collezione Altieri, siano arrivati nel Museo<br />

Astuto di Noto, e in seguito nel Museo di Palermo. 116<br />

Per chiudere, voglio commentare brevemente la distribuzione degli archetipi nelle due<br />

collezioni catanesi. Qui emergono alcune cose interessanti. Delle copie che riproducono<br />

archetipi appartenuti alla collezione Altieri (e/o alla collezione Mazzanti), tutte furono<br />

accolte nella collezione dei Benedettini, nessuna nel Museo Biscari. Si può notare, inoltre, che<br />

tutte le copie appartengono alla scrittura della "mano A". Se guardiamo, invece, gli archetipi<br />

segnalati nei Musei Capitolini, si nota che le loro copie sono state divise in modo uguale tra le<br />

due collezioni. La proporzione del Museo Biscari è, comunque, notevolmente alta riguardo<br />

agli archetipi provenienti dal "Monumentum Liviae", e anche degli archetipi che erano<br />

appartenuti alla collezione Ficoroni (60% ca.). Visto che alcuni materiali destinati alla<br />

collezione dei Benedettini venivano trasportati certamente prima che iniziassero i trasporti<br />

per la collezione Biscari, si può concludere che le iscrizioni della collezione Altieri furono<br />

schedate nelle prime fasi del progetto.<br />

1.3.5. IL TRASPORTO DELLE EPIGRAFI NEL MUSEO BISCARI NEL 1748 117<br />

Riguardo all'acquisto delle iscrizioni urbane autentiche nella collezione Biscari, dobbiamo la<br />

testimonianza più importante a Ridolfino Venuti (1705–1763). Alcune iscrizioni acquistate da<br />

Placido Scammacca e mandate in Sicilia nel 1748 furono trascritte dal Venuti, allora a capo<br />

della Commissione dei monumenti antichi per lo Stato Pontificio. 118 Si conoscono due testimonianze<br />

delle trascrizioni di Venuti: le schede inviate ad Aurelio Guarnieri Ottoni a Osimo e<br />

i ff. 38-42 del codice Vaticano latino 7935. Sono incluse in tutto 32 iscrizioni autentiche<br />

112 Vd. anche Billanovich 1967, 87.<br />

113 Gli archetipi sono CIL VI 2861, 8763, 9028, 11020 e 27699; le copie, rispettivamente, 385, 403, 407, 416 e 493.<br />

114 Billanovich 1967, 87-88.<br />

115 Sono i n.ri 261 = CIL VI 10910 (copia: CIL X 1089*, 91a), 281 = VI 15738 (copia: nr. 439), 318 = VI 24492 (copia:<br />

CIL XI 101*, 129), 330 = VI 26145 (copia: nr. 483), 333 = VI 26988 (copia: nr. 489), 336 = VI 27355 (copia: nr. 491).<br />

116 N.ri 456, 457 e 471 (= CIL VI 20272, 20295 e 23699; IL Mus. Palermo 189, 190 e 193).<br />

117 Una versione anteriore di questo capitolo è Korhonen 2001, 85-90.<br />

118 Per i rapporti di Venuti e Scammacca, vd. Billanovich 1967, 60-63.

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