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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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266 Kalle Korhonen<br />

IG XIV 550 (dagli autori anteriori). Amico 1741, 268 nr. 11; Torremuzza 1762, 264-65 nota c (da V. M. Amico?); id.<br />

1769 1 , 256 nr. 55; 1784 2 , 275 nr. 63 (da I. Biscari [?], cfr. sopra, p. 45; da Torremuzza, G. Marini, Cod. Vat. lat. 9074 p.<br />

863 nr. 15); Ferrara 1829, 370 nr. 1. Da Amico e Torremuzza: CIG IV 9481.<br />

3: PROF Amico, PRO% Torremuzza, emendata in prÚ g' da Kaibel; PRO l– lapide. Mi sembra verosimile che il<br />

lapicida abbia voluto produrre uno stigma quadrangolare. 6: lege XristianÆ.<br />

Ci sono paralleli epigrafici per la forma XrhsianÆ. 205 Datazione: probabilmente il IV<br />

secolo.<br />

198. Inv. sala VI, suppl. 168. Magazzino del cortile. Museo Civico.<br />

Frammento superiore sinistro di una lastra marmorea ("marmo pario" Libertini), inserito in un quadro<br />

di gesso. (17) x (20) x 6 (spessore secondo Libertini). Alt. lett. 4,5. Forme delle lettere: A; mi e ni con<br />

aste oblique brevi; %; tau montante. A r. 1 è stata erasa la croce o il cristogramma iniziale. Non<br />

abbiamo trovato l'altro frammento della stessa lastra (misure 18 x 20 x 6,5, secondo Mercurelli),<br />

"ricomponibile, forse, in modo da costituire una lastra della lunghezza di m. 0,43" (Libertini).<br />

Provenienza: Catania. Trovata nello scavo di alcune tombe scoperte durante i lavori di costruzione<br />

edilizia, intrapresi nel maggio del 1935, in Via Dottor Consoli (Libertini; cfr. i n.ri 42 e 212).<br />

[[†]] Mnhm[e›on: §nyãde k›te (?)] Yeoxãriw<br />

T[---] OUD [---]<br />

------<br />

G. Libertini, NSA 1937, 77 b, cfr. p. 75 [= id. 1981, 124]; C. Mercurelli, Bullettino del Museo dell'Impero romano 9<br />

(Appendice di BCAR 66, 1938) 51, 52-53 nr. 2 (descritta anche da A. Ferrua).<br />

Il testo del frammento visto dagli editori precedenti è indicato con sottolineatura. YEOUXAR/I%T Libertini,<br />

Mercurelli (p. 51); YEOXAR/I%T Ferrua ap. Mercurelli (p. 52). Forse il nome è da leggere Yeoxãrhw (vd. sotto).<br />

Dallo stesso cimitero proviene un epitaffio recentemente pubblicato con mnhme›on<br />

seguito da §nyã[de k›te], e il nome al nominativo. 206 Anche nella nostra epigrafe sembra che il<br />

nome sia al nominativo. Quindi, non si tratta del formulario attestato a Siracusa con mnhme›on<br />

/ memoria e una croce iniziale, in cui il nome segue spesso al genitivo (vd. p. 111). – Secondo<br />

Mercurelli, p. 53, il nome potrebbe essere "Yeoxaristow", ma non mi è nota alcuna attestazione<br />

di un tale nome. Credo piuttosto che fosse Yeoxãrhw, anche se questo nome è raro tra i cristiani.<br />

Il nome femminile YeÒxariw è meno verosimile. 207 – Il frammento appartiene probabilmente<br />

ai secoli V-VI, visto il confronto con l'epigrafe segnalata a nota 206.<br />

199. Senza nr. inv. Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Due frammenti combacianti dell'angolo superiore sinistro di una lastra marmorea. Retro e lato<br />

superiore lisci. (10) x (10,5) x 1,7; alt. lett. 1,5-2,2. Forme delle lettere: ∈ (secondo Kaibel), m, TT . La<br />

seconda riga comincia più a destra rispetto alla prima; secondo Kaibel, che vide la lastra più intera,<br />

anche le righe seguenti erano state impaginate nello stesso modo.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. Il frammento è stato segnalato nel Museo Biscari a partire da<br />

Amico, quando la collezione non comprendeva ancora iscrizioni urbane o di altre città; quindi, deve<br />

essere catanese (cfr. p. 56). (Ferrara ne fa cenno in un gruppo delle iscrizioni "trovate in varj tempi a<br />

Catania"; la sua fonte doveva essere Amico.)<br />

205 A Siracusa: RQA 10 (1896) 14 sg. n. 13 (282) = RAC 17 (1940) 69-73 n. 12 = Agnello 1953, 50 nr. 102: Xrisian∞w,<br />

semn∞w, éganÒfronow [±d]¢ filãndrou Nassian∞w ktl.<br />

206 G. Manganaro, Minima epigraphica et papyrologica 4 (2001), fasc. 5, 138, fotografia: 136 fig. 2. L'iscrizione non<br />

inizia con una croce, ma con una foglia di edera.<br />

207 Per le attestazioni dei due nomi, vd. LGPN I 219, II 223-24, IIIA 207 (nessun caso in Occidente), IIIB 194.

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