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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 27<br />

comprese al massimo una cinquantina di iscrizioni urbane. 79 Con gli altri trasporti degli anni<br />

Quaranta doveva certamente arrivare l'epigrafe al nr. 264 = CIL VI 12047, perché viene<br />

segnalata da Amico. Vista la negligenza degli autori successivi nel registrare iscrizioni del<br />

Museo dei Benedettini (vd. pp. 46 e 52), mi sembra verosimile che anche l'iscrizione 293 (CIL<br />

VI 19186), segnalata da Mommsen, sia arrivata in questa prima fase. Non sappiamo quando è<br />

arrivata l'epigrafe cristiana al nr. 362 (ICUR 18943), segnalata soltanto nel Novecento; ma è<br />

vero che tra le iscrizioni dei Benedettini ci sono poche che non furono trovate da Mommsen,<br />

anche se all'epoca dovevano essere conservate nella collezione (cfr. p. 62). D'altra parte, il nr.<br />

258 (= CIL VI 8146) arrivò sicuramente dopo gli inizi dell'Ottocento, 80 come forse anche il nr.<br />

343 = CIL VI 31283 (vd. l'edizione). In ogni caso, sembra che la percentuale delle iscrizioni<br />

latine segnalate nel codice su tutte le iscrizioni latine urbane conservate nel Museo dei<br />

Benedettini alla metà del Settecento sia più di 90%.<br />

È interessante che la completezza del codice non sia così alta riguardo alle copie: di<br />

circa 120 copie trasportate nel Museo dei Benedettini – certamente nella stessa epoca –<br />

ventuno non vengono segnalate nel codice. 81 Problematica è anche la situazione delle iscrizioni<br />

greche, vista la provenienza difficilmente definibile dei n.ri 242 = IG XIV 466 e 243 =<br />

IGUR 1187, collocati qui nel gruppo di provenienza incerta. Se è urbana, l'epigrafe nr. 243<br />

dovette arrivare verso la metà del Settecento (la segnalazione più antica risale a Torremuzza),<br />

mentre è possibile che il nr. 242 sia arrivato soltanto nell'Ottocento. Una sola iscrizione urbana<br />

greca (358 = ICUR 4024) viene segnalata nel codice, che contiene anche l'iscrizione greca<br />

catanese 108 (IG XIV 490). Forse di un "inventario completo" mancano pochi fogli che contenevano<br />

le copie e un paio di iscrizioni autentiche; ma è anche possibile che queste iscrizioni<br />

rimanenti siano state registrate da Scammacca dopo che aveva mandato i fogli a Gori.<br />

Sembra che i fogli qui discussi del codice Marucelliano A 77 siano schede e note<br />

epigrafiche di Scammacca che coprono un periodo di molti anni. Questi quaderni furono<br />

mandati a Gori, insieme a schede più piccole e i fogli più grandi scritti a Catania; il fiorentino<br />

li mise insieme nel codice. Per la datazione complessiva dei fogli qui discussi del Cod. Maruc.<br />

A 77, il terminus post quem è 20 settembre 1746 (cfr. p. 19). Credo che possiamo, in base alle<br />

indicazioni degli anni e il confronto con altre testimonianze dell'epoca, concludere che non vi<br />

siano fogli scritti dopo il 1750.<br />

1.3.3. IL DIARIO LAPIDARIO DI P. L. GALLETTI<br />

Un'altra testimonianza dell'attività di Scammacca è il Diario lapidario di Pier Luigi Galletti<br />

(1722–1788). Galletti, nato Paolo Filippo, fu bibliotecario, epigrafista e scriptor Latinus della<br />

Biblioteca Vaticana a partire da 1758. Il Diario è un famoso esempio della falsificazione<br />

epigrafica letteraria. Presentato sotto la guisa di un diario degli anni 1741 e 1742, contiene una<br />

79 Ho naturalmente escluso le iscrizioni collocate in questa edizione tra le catanesi, ma anche le autentiche che<br />

venivano usati come supporto delle copie (250, 253, 254).<br />

80 Secondo N. M. Nicolai (Della basilica di S. Paolo, Roma 1815, 254 nr. 929), l'iscrizione "si trova attualmente in<br />

camera del P. Abate nell'annesso monastero" [di S. Paolo].<br />

81 CIL X 1089*, 13 (375), 21 (414), 52 (382), 62 (458), 66 (432), 67 (400), 72 (436), 78 (440), 80 (442), 91 (446), 118 (537),<br />

119 (456), 120 (457), 142 (461), 156 (471), 168 (473), 185 (383), 215 (539), 217 (553), 1509*, 4 (477), copia di CIL VI<br />

24711 (476).

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