L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 253
175. Inv. 255 (Sala VI, 63). Magazzino del cortile. Collezione Recupero, più tardi Museo Civico.
Frammento superiore destro di una lastra marmorea. (17) x (24) x tra 1 e 4; alt. lett. 3-3,2. Lettere con
apicature. Forme delle lettere: Alfa e delta corsivi; ∈, 0; nel ni, l'asta obliqua non arriva nei vertici;
ipsilon con una traversa nel punto di innesto dei bracci.
Provenienza: probabilmente Catania. Ferrara segnalò l'iscrizione nella collezione Recupero, tra il
materiale di provenienza catanese (come fece per tutte le iscrizioni greche). Più tardi è arrivata nei
locali dell'ex Museo dei Benedettini, ormai Antiquarium comunale, dove Stevenson la vide verso
1880. Anche se la collezione Recupero conteneva alcuni pezzi acquistati a Roma, la maggior parte
erano di provenienza catanese (vd. cap. 1.5.2), come probabilmente anche questo frammento in
greco.
[TÒpow (?) ÉAn]dr°ou:
[§nyãde kat]ãkeitai
[---]HNIO`[S (2-3)]
------
Ferrara 1829, 383 nr. 17; C. Stevenson, Cod. Vat. lat. 10574 f. 170r (lucido); Ferrua 1989, 113 nr. 427.
1: Il supplemento è di Ferrua; la prima parola potrebbe anche essere égoras¤a. 2: [ENYA KAT]AKEITAI
Ferrua, credo per il numero delle lettere, ma la r. 2 si estende a destra e c'è spazio per la variante più comune,
§nyãde. 3 ]HNIO[S] Ferrua. ([teleutç m]hn‹ S[ept.] è inverosimile.)
Il verbo katãkeimai è raro nell'epigrafia siciliana (cfr. p. 106). Nelle due iscrizioni
catanesi che lo contengono (questa e nr. 210), la paleografia non è la stessa. Delle due epigrafi,
questa è la più recente; le forme delle lettere la fanno riportare al V o al VI secolo.
176. Inv. 303 (Sala VI, 111). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.
Lastra marmorea mutila negli angoli sinistri, inserita in un quadro di gesso. 20,5 x 22,5 x tra 0,5 e 3,5;
alt. lett. 1,0-2,5. Forme delle lettere: alfa corsivo; nel beta, manca la parte inferiore dell'asta verticale; ∈,
m, O, %, v.
Provenienza: Catania. "In via, quae ad S. Agathae suburbium ducit, anno 1740 refossus" Amico, che
raccolse l'iscrizione nel Museo dei Benedettini, "ex dono Ign. Rizzari". È notevole che sia stata donata
da Rizzari, visto che le altre epigrafi nella sua collezione non sono finite nel Museo Civico, ma
all'estero (vd. p. 15).
[(chrismon)?] ¢AÜÈrÆli-
[o]w ÑRestoËtow
ka‹ Zvs¤mh
±gorãsomen
5 [§]k t«n fi¢dÜe¤vn
[≤m›]n (?) nbasin.
IG XIV 529 (Kaibel). Amico 1741, 259 nr. 15; Torremuzza 1769 1 , 166 nr. 19; 1784 2 , 173 nr. 19 (da V. M. Amico, cfr.
sopra, p. 45); Ferrara 1829, 349 nr. 1; Bertucci 1846, 30 nr. 3. Da Amico e Torremuzza: CIG III 5723, cfr. p. 1251. – Da
Kaibel IGCVO 856. – Cfr. J. Führer – V. Schultze, Die altchristlichen Grabstätten Siziliens (Jb DAI, Ergänzungsheft 7),
Berlin 1907, 13; Ferrua 1958, 172; id. 1989, 115 nr. 437.
1: LURHLI lapide; [M(çrkow)] Kaibel, poco verosimile all'epoca; probabilmente all'inizio c'era un
cristogramma, come ha proposto Ferrua. Può darsi anche che l'angolo superiore mancasse già quando fu incisa
l'iscrizione, e si dovrebbe leggere AÈrÆliw. 5: IGEIVN lapide, emendata da Kaibel. 6: ENRA%IN Kaibel, ENBA%IN
Bertucci e Ferrua, del quale è il supplemento. Comunque, anche [tØ]n è possibile all'inizio.
È notevole la fine dell'iscrizione. La parola mbasiw significa altrove "ingresso" o "vasca
da bagno"; da quest'ultimo senso è derivato il significato di "sarcofago", in cui viene usata in