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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 47<br />

sarebbe stata segnalata nella seconda edizione, ma non nella prima. Se un'iscrizione del<br />

Museo Biscari viene pubblicata soltanto nella seconda edizione, uscita nel 1784, questo<br />

sembra un indizio dell'arrivo nel Museo Biscari dopo la prima edizione, e quindi della<br />

provenienza non urbana. 171 Tuttavia Mommsen e Kaibel collocavano alcune di queste<br />

iscrizioni tra le urbane. 172 Le iscrizioni 237 (CIL X 7013), 241 (IG XIV 439) e IG XIV 588,<br />

scoperte rispettivamente a Paternò (nel 1759), Taormina e Agira (nel 1779), dovevano<br />

raggiungere il museo soltanto dopo che la prima edizione era andata in stampa. Delle epigrafi<br />

arrivate dopo la prima edizione parla anche il danese Frederik Münter, che visitò il Museo<br />

Biscari negli anni 1785 e 1786. Scrive delle iscrizioni: "comunque una parte sono arrivate dopo<br />

che questa opera [di Torremuzza] fu pubblicata, tra le quali alcune sono interessanti." 173<br />

Münter accenna soltanto a due epigrafi, CIL X 7017 = IG XIV 453 e IG XIV 588, in realtà<br />

incluse nella seconda edizione che, quindi, non aveva ancora potuto consultare. Per concludere,<br />

sembra verosimile che durante la preparazione della seconda edizione fossero mandate<br />

a Torremuzza soltanto schede contenenti nuove accessioni del Museo Biscari. Così rimanevano<br />

fuori dalla Nova collectio anche alcune iscrizioni certamente urbane, evidentemente non<br />

notate durante la schedatura del materiale per la prima edizione.<br />

Interessante e particolarmente rilevante a questo punto mi sembra il trattamento delle<br />

iscrizioni scoperte nel 1773. Nella seconda edizione Torremuzza segnala due iscrizioni con il<br />

commento "erutum a. 1773", evidentemente a Catania. 174 Ora si tratta di frammenti che il<br />

principe di Biscari, di cognome Paternò, certamente considerava importanti – in entrambi<br />

appare il cognome latino Paternus. A mio avviso, non c'è motivo di pensare che le iscrizioni<br />

fossero in realtà acquistate ad es. a Roma (a causa del nome). Piuttosto, viene manifestato<br />

l'atteggiamento di Biscari (e forse anche di Torremuzza) verso altre iscrizioni, perché<br />

sembrerebbe plausibile che negli stessi scavi ne fossero ritrovate anche altre, non soltanto due<br />

con il nome Paternus. Forse le iscrizioni di Biscari segnalate soltanto nella seconda edizione<br />

comprendono epigrafi provenienti dal medesimo scavo.<br />

Riguardo alle copie è difficile dire se il Torremuzza fu capace di distinguerle dalle<br />

autentiche, anche perché non vide le lapidi stesse, ma le schede. La sua opera comprende una<br />

categoria di "Inscriptiones suspectae, & inter recentiorum temporum figmenta adoptandae", e<br />

talvolta vengono definite nello stesso modo anche iscrizioni in altre classi. In ogni caso,<br />

Torremuzza riporta una sessantina di copie "gallettiane" conservate nelle collezioni catanesi,<br />

quasi sempre senza indicare la fonte; soltanto sette gli sono apparse false o sospettabili. 175 Ha<br />

collocato, inoltre, epigrafi autentiche nella categoria delle sospettabili. 176 Anche quando<br />

pubblica due copie dello stesso modello, lo strano caso non viene commentato (vd. i n.ri 412 e<br />

413, copie di CIL VI 10588). Spicca anche il diverso trattamento delle due collezioni: l'opera di<br />

171 Secondo il Torremuzza stesso, catanesi sono i n.ri 7 (CIL X 7014, trovata nel 1770), 26 e 32 (X 7025 e 7085,<br />

trovate nel 1773).<br />

172 Si tratta dei n.ri 75 (CIL VI 16977), 101 (CIL X 1088*, 199), 110 (IG XIV 1852), 125 (CIL VI 25488), 126 (VI 25550),<br />

e 88 (VI 18132 a). L'ultima epigrafe fu ritenuta una copia. Mommsen e Kaibel collocarono, invece, il nr. 74 (IG XIV<br />

472 = CIL X 7064) tra le catanesi.<br />

173 F. Münter, Efterretninger om begge Sicilierne samlede paa en reise i disse lande i aarene 1785 og 1786, II, Kiøbenhavn<br />

1790, 153: "Dog ere endeel tilkomne efter at dette Værk var udgivet, hvoriblant et par ere interessante" (la<br />

traduzione è mia). Sul viaggio di Münter, vd. ultimamente G. Salmeri, ARID 28 (2001) 75-76, 82 n. 114.<br />

174 2<br />

Torremuzza 1784 , 122 e 295 n.ri 83-84 = i n.ri 26 e 32 qui (CIL X 7025 e 7085).<br />

175 N.ri 368, 370, 372, 384, 399, 464 e 508 = copie di CIL VI 301, 402, 492, 2639, 8499, 22150 e 36460.<br />

176 N.ri 248 = CIL VI 29006 e 297 = CIL VI 20105.

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