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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 89<br />

mezzo alla NPded (•autª ka‹ to›w fid¤oiw pçsin). Ferrua ha considerato il formulario, e quindi<br />

anche l'epitaffio (xxx), esclusivamente cristiano, ma senza buoni motivi. 369 Il formulario, poco<br />

comune negli epitaffi greci, è attestato meglio in quelli latini pagani. Anche se veniva usato<br />

anche in alcuni epitaffi greci certamente cristiani (vd. sotto), non vedo perché non sarebbe<br />

potuto essere in uso già in epoca pagana. Mi sembra verosimile che il formulario rappresenti<br />

un influsso dell'epigrafia latina su quella greca.<br />

Anche il seguente epitaffio è collocabile sotto il tipo G7:<br />

(xxxi) [--- ı de›na --- §po¤h]sen •aut“ k¢ ÑRvs/k¤a ÉAntvn¤& tª sun/{sun}b¤ƒ aÈtoË.<br />

(Manganaro 1994, 86 nr. 5 [SEG XLIV 763]) 370<br />

Invece di dedicare il monumento funerario a sé e ai suoi, il marito di Roscia Antonia ha<br />

limitato il monumento a sé e alla moglie.<br />

Gli esempi (xxx) e (xxxi) sono tutti i casi pagani di G7; sono certamente catanesi. La<br />

percentuale di questa categoria è 6% (4%).<br />

2.3.4. GLI EPITAFFI NON CLASSIFICABILI NEI TIPI G1-G7<br />

Tra le epigrafi funerarie in prosa di Catania, sono presenti anche formulari non classificabili<br />

sotto i tipi G1-G7. Per cominciare, va segnalato l'epitaffio 79, anche se per la struttura simile al<br />

tipo G2, ma con l'acclamazione eÈcÊxei alla fine. Il formulario dell'epigrafe frammentaria IG<br />

XIV 452 = IG Mus. Palermo 6 non è completamente chiaro. 371 Inizia con yÆkh, seguita dai nomi<br />

dei defunti al genitivo; alla fine, potrebbe esserci l'acclamazione eÈplÒei o eÈploe›te, come è<br />

stato proposto, 372 ma anche il genitivo di un nome come EÎplouw è possibile. In ogni caso,<br />

non sembra che vengano indicati i nomi dei dedicanti. 373<br />

I dedicanti vengono indicati, invece, in IG XIV 465 = IG Mus. Palermo 7, databile forse<br />

al II secolo o alla prima metà del III. Dopo tre nomi al genitivo, segue la frase efiw mne¤an<br />

gon°vn t°kna §po¤hsan. L'epitaffio, mutilo all'inizio ma visto per intero da Ferrara, non<br />

contiene l'invocazione agli Dei Mani. Tra le tipologie greche, non c'è un confronto preciso,<br />

visto che i nomi dei defunti sono al genitivo, e la seconda frase (S2) ha una struttura<br />

altrimenti non attestata. Il confronto più vicino è fornito dagli epitaffi latini con il formulario<br />

L5. L'epitaffio 118, anche se non classificabile sotto un formulario particolare, rappresenta, in<br />

base al suo contenuto, uno sviluppo di G7. In esso, la coppia di dedicanti raccontano la<br />

procedura dell'acquisto e della costruzione della tomba in modo più estensivo del solito.<br />

369 Sul formulario, vd. Ferrua 1941, 242-43; sull'epitaffio, Ferrua, cit. e id. 1989, 114 nr. 432. Non avendo visto la<br />

lapide, Ferrua dice che l'epitaffio "per testimonianza dell'Amico proviene da un sepolcreto cristiano". La<br />

maggioranza degli epitaffi provenienti dalla zona di Piazza Stesicoro (Porta Stesicorea) sono, comunque, pagani<br />

(vd. cap. 2.1.3.1), e il nome Lucifera non è un elemento per la cristianità (Kajanto 1965, 288, segnala 17 casi nelle<br />

iscrizioni pagane, 3 nelle cristiane).<br />

370 Manganaro stampa ÑR(vs)/k¤a e t(ª), perché VS e TH sono in nesso.<br />

371 L'iscrizione è difficilmente databile; Manni Piraino, in IG Mus. Palermo, propone: "fine II – inizio III secolo", e<br />

Ferrua l'ha collocata tra le cristiane (1989, 113-14 nr. 428). Mi sembra, comunque, che appartenga alla prima età<br />

imperiale in base alla paleografia: la forma dell'epsilon, l'omicron piccolo e tondo, il mi non corsivo. Cfr. l'epigrafe<br />

recentemente pubblicata da Mineo (F. Cordano, in XI Congresso internazionale di Epigrafia greca e latina (Roma 1997):<br />

Atti I, Roma 1999, 682, 685 nr. 5), datata dall'editrice alla prima età imperiale.<br />

372 N. Sandberg, Euploia, Göteborg 1954, 41-42.<br />

373 Al nome del dedicante alla fine pensa G. Alföldy, Gnomon 48 (1976) 511.

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