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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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116 Kalle Korhonen<br />

La datazione consolare è inclusa in alcuni casi, in base ai quali non è possibile mettere<br />

i formulari in ordine cronologico. 465 La forma della datazione più comune è esemplificata dal<br />

nr. 165: "XI Kal(endas) Octobris" (= Octobres); è anche possibile aggiungere una D, d(ie), come in<br />

CIL X 7113: "d(ie) XVI K(a)l(endas) April(es)".<br />

2.9. Il contatto linguistico nell'epigrafia di Catania<br />

2.9.1. ASPETTI SOCIOLINGUISTICI<br />

Anche se mancano le testimonianze dirette a proposito, non è esagerato dire che la<br />

popolazione di Catania comprendeva certamente, all'epoca imperiale romana, gruppi<br />

grecofoni e latinofoni. Visto che si trattava di una vecchia e importante comunità greca<br />

colonizzata dai Romani, possiamo supporre che tutti e due i gruppi fossero notevoli. La parte<br />

grecofona c'era stata dai tempi della colonizzazione greca e l'amministrazione romana non<br />

imponeva l'uso del latino, almeno nei domini della vita privata. Anche la popolazione<br />

latinofona doveva essere numerosa. Purtroppo, non sappiamo da dove vennero i coloni<br />

augustei, ma credo che tra questa gente ci fossero molte famiglie latinofone. Questo viene<br />

confermato anche dalla scelta della lingua degli epitaffi, anche se non si può dire a priori che<br />

l'uso di una lingua negli epitaffi di una famiglia rifletta direttamente la lingua usata nella<br />

famiglia stessa. Ma è impossibile che tutte le famiglie dei coloni fossero grecofone, e avessero<br />

subito cominciato usare il latino negli epitaffi. Quindi, si trattava di una comunità bilingue<br />

nel senso più ovvio del termine, cioè che in essa venivano usati il greco e il latino. Non<br />

sappiamo, comunque, se il bilinguismo era comune a livello individuale.<br />

Inoltre, è verosimile che esistesse una diglossia, cioè, in certi domini la posizione di una<br />

delle due lingue era più alta rispetto all'altra, ed esisteva una specializzazione delle lingue. 466<br />

La produzione epigrafica e i suoi generi costituiscono un dominio, che a sua volta va<br />

sottodiviso. In questo contesto, un concetto rilevante è la scelta della lingua. 467 Sulla scelta<br />

della lingua in un documento epigrafico possono contribuire almeno seguenti fattori:<br />

– 1) La madrelingua dello scrittore del testo.<br />

– 2) Il genere del documento e le tradizioni pertinenti.<br />

– 3) Il prestigio a) delle lingue; b) del genere del documento. Il prestigio di un<br />

documento epigrafico varia secondo il suo genere. Ad esempio, il prestigio di un'iscrizione<br />

onoraria è praticamente sempre alto, ma quello di una funeraria dipende dalla posizione<br />

sociale del defunto. Se il prestigio di una lingua specifica è molto basso in una comunità<br />

linguistica, è poco verosimile che la lingua sia scelta per un documento che appartiene a un<br />

genere prestigioso. Ma se il genere non ha un prestigio in sé – come l'epigrafia funeraria non<br />

1931a, 46 e Ferrua 1989, 122 nr. 467.<br />

465 Tutti gli esempi del formulario L9a contengono la datazione, ma in un solo caso essa è interpretabile con<br />

certezza (nr. 165, dell'anno 345); a proposito di CIL X 7115, vd. Ferrua 1982-83, 10 (nr. 23), 21 e 25.<br />

466 Definizioni recenti dei concetti del multilinguismo sociale si possono trovare in G. Lüdi, "Mehrsprachigkeit",<br />

in Kontaktlinguistik (Handbücher zur Sprach- und Kommunikationswissenschaft 12, 1), Berlin 1996, 233-34, 237-38.<br />

467 Per presentazioni della problematica e analisi dei casi specifici (Antiochia e Napoli), vd. Kaimio 1979, 10-15;<br />

M. Leiwo, Neapolitana (SSF Comm. hum. litt. 102), Helsinki 1995, 167-72.

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