L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 251
(in base ad una ricerca su PHI#7). 183 – Datazione: IV-V secolo.
173. Inv. 716 (Sala VIII, 63). 184 Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.
Lastra rotonda marmorea lievemente mutila in basso. Retro lavorato come un coperchio; può trattarsi
di un riutilizzo. Diam. 24,5, spess. 3,9 nella parte centrale, 1,5 nei margini. Alt. lett. 0,8-2,1. Lettere
irregolari. Forme delle lettere: alfa corsiveggiante; nei beta, gli occhielli non si toccano; delta e lambda
con braccio in alto; ∈, Y / y, m, O / 0, j, TT, %, v. Una stella tra le righe 1 e 2; forma dei cristogrammi:
XP%. 6: ni inserito tra le righe.
Provenienza: Catania. "Quum ad fundandum S. Catharinae Senensis templum anno 1720 opere terram
foderent, in sepulchrum inciderunt cum hac tabula" Amico; vista "nel chiostro delli PP. Domenicani
di S. Caterina" da Amico (Cod. Palermo); così anche ("in coenobio fratrum Praedicatorum") id. 1741 e
Torremuzza. Come le altre iscrizioni funerarie conservate dai Domenicani, dovette arrivare nel
Museo dei Benedettini (vd. p. 14), anche se mancano le testimonianze sulla conservazione.
ÉAgãyh
(chrismon) §teleÊthsen
§t«n *j' Para- (chrismon)
¢sÜkeuª tÇew *y' épÚ ka-
5 land«n Septembr¤vn:
*§*j*ekom¤syh
da‹ Sabbãtoiw:
xar¤sou t“ Kur¤ƒ
ka‹ t“ Xrist“.
IG XIV 524 (dagli autori anteriori). V. M. Amico, Cod. Bibl. Comunale Palermo Qq D 203 f. 17r = 18r; Amico 1741,
269 nr. 14; Muratori 1739-42, 1822 nr. 7 (da A. Pantò; da Muratori, J. H. Leich, Sepulcralia carmina ... accedunt ad
graecas Muratorii inscriptiones ... novae emendationes, Lipsiae 1745, 69 [cit. da Torremuzza]); Torremuzza 1769 1 , 241
nr. 8; 1784 2 , 257 nr. 8 ("e schedis Cajetani Noto") (da Torremuzza, G. Marini, Cod. Vat. lat. 9074 p. 838 nr. 7; dagli
anteriori CIG IV 9476); Ferrara 1829, 365 nr. 1 (dalla lapide?). – Dalle IG: Leclercq 1910, 2520. Dalla lapide Agnello
1953, 31 nr. 46, cfr. 78; Ferrua 1989, 115 nr. 435. – Cfr. A. Wilhelm, Beiträge zur griechischen Inschriftenkunde, Wien
1909, 202 nr. 175; Ferrua 1938, 68, 73; D. Feissel, BCH 105 (1981) 497 n. 85 (BE 1982, 506; SEG XXXI 831).
4: EKEUH lapide; lege ta›w. 7: lege d°.
La datazione con épÚ kaland«n, dopo le calende, è molto comune a Siracusa e nella
Sicilia sud-orientale, ma normalmente con la formula "mhn‹ (nome del mese) épÚ kaland«n
(cifra)". Qui, il formulario è una miscela tra questa formula e la tradizionale "prÚ (cifra)
kaland«n (nome del mese)". Come ha sottolineato Ferrua (1938), i nomi dei giorni seguono la
tradizione ebraica. – Il verbo §kkom¤zv è raro nelle iscrizioni, anche perché la data della
sepoltura non viene normalmente indicata nelle iscrizioni greche (per di più, al latino depono
corrispondono normalmente i derivati di katat¤yhmi; cfr. anche p. 112). – Kaibel e Ferrua
interpretarono la clausola come xãriw oapple t“ Kur¤ƒ ktl., cioè xãriw t“ Kur¤ƒ ktl. (Agnello
propose di emendare xãriw oÔ.) Ma come hanno visto Wilhelm e Feissel, xar¤sou deve
essere l'imperativo aoristo del verbo xar¤zomai, formato in analogia con la corrispondente
183 Siracusa: ad es. NSA 1893, 283 nr. 21 e 304 nr. 103 (afit°vn); Nuovo Didaskaleion 6 (1956) 58 nr. 15; RAC 32 (1956)
23 a; RPAA 22 (1946-47) 233 nr. 22 e 234 nr. 31; Roma: ad es. ICUR 693, 5834, 11043 e 19797. Per il formulario, vd.
anche sotto, al nr. 363 (n. 269).
184 Nell'Inventario, le misure riferiscono a questa iscrizione, ma il testo viene dato nella forma "NABRAMI (A
AOH)", cioè, l'iscrizione è stata confusa con il nr. 187. L'indicazione "MB" (= Museo Biscari) è erronea, come spesso.