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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 337<br />

Trasportata a Catania nello stesso secolo (segnalata nel Museo Biscari a partire da Torremuzza).<br />

D(is) M(anibus).<br />

Successae<br />

Blastus<br />

conservae<br />

5 suae bene merenti<br />

fec(it).<br />

CIL VI 26910a; CIL X 1088*, 336 (Mommsen). P. L. Ghezzi, Cod. Bibl. Angelica 2163 f. 78; F. Vettori, Cod. Maruc. A<br />

63 f. 127v (lettera per A. F. Gori del 30/12/1730); Torremuzza 1769 1 , 130 nr. 49; 1784 2 , 138 nr. 56 (da I. Biscari, cfr.<br />

sopra, p. 45); Ferrara 1829, 419 nr. 13.<br />

Datazione: seconda metà del I secolo – II secolo.<br />

333. Inv. 595 (Sala VII, 239). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra marmorea mutila negli angoli (se gli angoli non sono stati tagliati per motivi decorativi). Retro<br />

liscio, lati sinistro e superiore lisci. 19 x 31,5 x 1,5; alt. lett. 1,5-2,5. Punti triangolari.<br />

Provenienza urbana confermata dalla segnalazione di Venuti (Cod. Vat.): "apparteneva al P.<br />

Scammac(c)a, che l'Anno 1748 mandò in Sicilia p(er) aricchire un Museo" (cfr. cap. 1.3.5), e<br />

dall'esistenza di una copia "gallettiana" che si conserva nello stesso museo catanese (nr. 489). (La<br />

collocazione del Ferrara tra le catanesi è erronea, vd. cap. 1.5.1.2.) Luogo di ritrovamento ignoto.<br />

Segnalata nel Museo Biscari a partire da Torremuzza.<br />

D(is) M(anibus).<br />

Ser(vio) Sulpicio<br />

Zosimo fecit<br />

Sul¢pÜi(cia) Donata patro-<br />

5 no bene merenti<br />

et sibi et suis.<br />

CIL VI 26988; CIL X 1088*, 337 (Mommsen). R. Venuti, Cod. Vat. lat. 7935 f. 39r; A. Guarnieri, Schede di Osimo f.<br />

215v (da R. Venuti; cit. nel CIL); Torremuzza 1769 1 , 185 nr. 122; 1784 2 , 196 nr. 143 (da I. Biscari, cfr. sopra, p. 45);<br />

Ferrara 1829, 278 nr. 3.<br />

4: "Fuit S´VRI, inde correctum est SVLPI" Mommsen; SVLRI lapide, con L e R in nesso.<br />

Zosimo era evidentemente un liberto o un discendente dei liberti dei Servii Sulpicii<br />

Galbae. – Datazione: seconda metà del I secolo – prima metà del II.<br />

334. Inv. 344 (Sala VI, 152). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea pseudoansata con cornice incisa a foglioline in alto e in basso, e con due testi<br />

affiancati, con cornici incise a linea retta. Retro liscio; fori per affissione nelle pseudoanse. 15 x 36,5 x<br />

3; alt. lett. 1,3-2,0. Punti triangolari. 1: V iniziale inserita nella pseudoansa; AE in nesso; 3: I montante.<br />

Il testo continua dall'ultima riga della colonna sinistra alla prima di quella destra.<br />

Provenienza urbana confermata dalla segnalazione di Scammacca, tra iscrizioni evidentemente<br />

importate da Roma nel Museo dei Benedettini di Catania (cfr. cap. 1.3.2.5). Trasportata a Catania<br />

negli anni '40 del Settecento, vista la segnalazione nel Cod. Maruc. A 77.<br />

V(ivus) L(ucius) Terentius Terentiae<br />

Hermeros Lanthanusae,<br />

sibi et vìx(it) an(nis) VII, m(ensibus) XI.

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