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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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236 Kalle Korhonen<br />

provengono evidentemente dallo stesso monumento – almeno furono trovate nella stessa<br />

epoca, visto che tutte e due sono segnalate nella lettera da Tornabene a Gervasio. (I lapicidi<br />

delle epigrafi erano, comunque, diversi.) – Delle due iscrizioni relative alla stessa famiglia,<br />

questa è anteriore. – Datazione: probabilmente il II secolo.<br />

141. Inv. 452 (Sala VII, 96). Magazzino superiore. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea ricomposta da due frammenti, mutila in basso. Retro liscio. (18) x 33 x 2,5; alt. lett.<br />

2,5-4,6. Scrittura corsiveggianti; lettere profonde. Senza segni divisori.<br />

Provenienza: Catania. Amico riporta l'epigrafe come uno dei due "fragmenta nuper prope Collegium<br />

Soc. Jesu refossa" (l'altro è il nr. 54), mentre, segnalata dalla mano anonima nel Cod. Maruc. A 77,<br />

essa fu collocata tra le urbane dal Mommsen. Credo che sia valida la testimonianza di Amico, e come<br />

ho proposto nel cap. 1.3.2.4, non è necessario che tutte le iscrizioni segnalate nei fogli anonimi del<br />

codice Marucelliano siano urbane. È presente, inoltre, il formulario L3 o L4, con D. M. S. (cfr. pp. 123-<br />

24). – L'epigrafe appartenne alla collezione dei Benedettini a partire dagli anni '40 del Settecento,<br />

vista la segnalazione nel Codice Marucelliano.<br />

D(is) M(anibus) s(acrum).<br />

Varius<br />

Dius<br />

------<br />

CIL VI 28340; CIL X 1088*, 362 (Mommsen). Amico 1741, 278; Anonimo (2), Cod. Maruc. A 77 f. 143r.<br />

3: PIVS pare impossibile.<br />

Datazione: seconda metà del I secolo – II secolo.<br />

142. Inv. sala VII, suppl. 298. Magazzino superiore. Museo Civico.<br />

Lastra marmorea. Anche se la lastra è certamente mutila di poco a destra, sembra che il lato in<br />

questione sia stato obliquo già al momento dell'incisione del testo. Retro liscio; la lastra è più spesso<br />

in basso. 23,5 x 23,5 x 1,6; alt. lett. 1,7-3,0. Lettere poco regolari; caratteristiche corsiveggianti nelle F e<br />

V e in alcune A. 2, 4, 5: VIB in nesso. 3, 5: sopralineature nelle cifre. Punti triangolari.<br />

Provenienza: Catania (o un altro centro subetneo?). "Secondo le informazioni del sig. G. Toscano,<br />

sarebbe stata ceduta al Museo da un antiquario catanese, a nome Santillo" (Manganaro). (Con<br />

l'indicazione "Santillo" anche nell'Inventario.) L'origine è molto probabilmente catanese, visto il<br />

formulario tipico L4 e anche l'abbreviazione VIB per Vibius / Vibia, attestata in 35 e forse anche in CIL<br />

X 7107. Non si può, però, escludere la possibilità che provenga da un'altra città della zona circostante.<br />

D(is) M(anibus) s`(acrum).<br />

L(ucius) Vib(ius) Sote`[r] (?)<br />

vix(it) ann(is) *X*L*I[---],<br />

Vib(ia) Lecata vix(it)<br />

5 ann(is) *X*X*X*V*I; L(ucius) Vib(ius)<br />

Niceros f(ecit) filius.<br />

Manganaro 1989, 171 nr. 38, fig. 42 (con fotografia) (AE 1989, 341h).<br />

2: SOT[ER] Manganaro; è possibile, visto lo spazio dopo SOT, che la traccia visibile alla fine della riga non<br />

faccia parte di una lettera, ma il nome sia stato abbreviato: Sot(er). 4: LEGATA Manganaro.<br />

Per il cognome della madre, l'unica interpretazione verosimile mi sembra una variante

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