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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 55<br />

L'ultima sezione, "Altre iscrizioni sepolcrali latine" (413-38), viene definita così:<br />

"Rapportai le iscrizioni latine che appartengono a Catania; qui hanno luogo quelle che<br />

conservansi soltanto a Catania per far la continuazione a tale classe da me a bella posta<br />

interrotta per rompere una monotonia che sarebbe stata fredda come lo stesso sepolcro". È<br />

notevole la discordanza: le epigrafi "conservansi soltanto a Catania", ma comunque<br />

"appartengono a Catania"! Il gruppo contiene molte copie settecentesche. Talvolta viene<br />

specificato che Biscari ha portato l'iscrizione in questione da Roma. Comunque, non bisogna<br />

assolutamente concludere che tutte le iscrizioni autentiche nel gruppo siano urbane. Almeno<br />

un'iscrizione nella sezione è sicuramente catanese, perché era stata segnalata due secoli prima<br />

da Carrera; 211 un'altra proviene da Centuripe, come dice lo stesso Ferrara. 212 Anche qui<br />

sembra che Ferrara semplicemente non abbia conosciuto la provenienza di molte iscrizioni;<br />

tuttavia ha dato l'impressione che tutte – tranne quella centuripina – siano urbane.<br />

Molte volte le notizie date da Ferrara sembrano confuse, come nel caso del gruppo<br />

incluso nelle pp. 429-31 e commentato in seguito. Alla fine del paragrafo scrive: "quel solo che<br />

sappiamo di certo è che il principe portò tutti questi marmi da Roma". Comunque, a<br />

proposito del nr. 2, aveva scritto "la 2 sopra mattone trovato a Centorbi è presso … Gagliano"<br />

(cfr. anche qui sopra, n. 212). Forse Ferrara intese che tutti i marmi provenivano da Roma, ma<br />

può darsi anche che non avesse informazioni su ogni pezzo. Gli altri marmi del gruppo mi<br />

sembrano, in effetti, urbani, tranne il nr. 17 (nr. 55 = CIL VI 11858), più probabilmente<br />

catanese che urbano, in base ai criteri interni.<br />

Per quel che concerne il gruppo che segue immediatamente (433-34), ci viene data<br />

l'informazione "sono tutte nel biscariano, e quasi tutte portate dal principe da Roma" (il<br />

corsivo è mio). Forse questa volta l'indicazione è esatta. La maggior parte sono delle copie,<br />

che provengono sicuramente da Roma. Quanto alle quattro iscrizioni autentiche nel gruppo,<br />

due erano state segnalate dal Venuti a Roma. 213 Delle due che rimangono, 433 nr. 18 (261 =<br />

CIL VI 10910) e nr. 20 (61 = CIL VI 12622), la prima deve essere urbana, perché Mommsen<br />

vide una copia dell'iscrizione a Catania; la seconda è a mio avviso probabilmente catanese.<br />

Dopo la presentazione di questo gruppo, Ferrara dice che nei due musei catanesi ci sono<br />

anche altre copie moderne, ma non ne dà il testo, visto che "sono state già prodotte da<br />

Torremuzza" (che non è vero, cfr. sopra, p. 47).<br />

Qui è necessario sottolineare che evidentemente Ferrara collocava iscrizioni nelle<br />

diverse sezioni anche secondo la lingua usata. Tutte le iscrizioni greche sono nelle due prime<br />

sezioni, e quindi Ferrara dà l'impressione che nessuna greca sia urbana. Inoltre, la seconda<br />

sezione contiene soltanto due iscrizioni latine; 214 tutte le altre sono state collocate nell'ultima<br />

sezione. Un altro fatto importante è che in nessun punto lo storico catanese cita i manoscritti<br />

di Biscari o le Descrizioni di Sestini. In complesso le vaghe classificazioni e indicazioni di<br />

Ferrara sulle provenienze delle iscrizioni sollevano più problemi di quanti ne aiutino a<br />

risolvere. La scarsa accuratezza è visibile anche nel trattamento delle iscrizioni della<br />

collezione Recupero, che sarà discussa in dettaglio nel capitolo seguente.<br />

Mommsen, che aveva notato che alcune delle indicazioni generiche di Ferrara<br />

211 CIL X 7083 = Carrera 1639, 298, menzionata da Ferrara a p. 425 (nr. 11) senza commenti.<br />

212 CIL X 7010, pubblicata da D. A. Gagliano (i riferimenti nel CIL); Ferrara p. 429 nr. 2.<br />

213 Ferrara 1829, 433 nr. 16 (298 = CIL VI 20647) e 434 nr. 12 (283 = CIL VI 16353).<br />

214 Escludendo la copia menzionata sopra, a n. 209.

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