18.06.2013 Views

L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

188 Kalle Korhonen<br />

hominis superior, nudo capite ac talari veste, qui quidem circulus a lateribus pueros nudos equis<br />

insidentes habet, latera vero sepulcri pensiles coronas" Vallambert; "utrinque nudus puellus, hic equo<br />

insidet, ille equum ducit; illi MEMFI%, huic DEKENIO% [da destra a sinistra] adscriptum" Walther. Il<br />

monumento fu certamente danneggiato nel terremoto del 1693; il frammento esistente è stato<br />

segnalato nel Museo Biscari da Mommsen, che lo considerava moderno. 114<br />

T¤tow A‡liw Biktvre›now zhsen th iw', m∞new e', ≤m°raw iz': édelfo‹<br />

eÈsebe›w §po¤hsan sÁn mhtr‹ §k t«n aÈtoË [---?]<br />

IG XIV 527 (dagli autori anteriori). J. M. Metellus, Cod. Vat. lat. 6039 f. 85v (già 302v) (descritta da S. Vallambert)<br />

(da cui J. Gruter, Inscriptiones antiquae totius orbis Romani, [Heidelbergae] 1601, 854 nr. 6); Walther 1624 ca., 28 nr.<br />

168; id. 1624 [1625], 8 nr. 36 (da cui Amico 1741, 260 nr. 1; Torremuzza 1769 1 , 256 nr. 54; 1784 2 , 274 nr. 62; Ferrara<br />

1829, 369 nr. 3. Da Gruter e Walther: CIG IV 9477. Il frammento esistente: CIL X 1063* (Mommsen). – Dalle IG: V.<br />

Strazzulla, ASSic 21 (1896) 179; Leclercq 1910, 2522; IGCVO 911. – Cfr. Ferrua 1941, 162-64.<br />

La parte perduta dopo Walther è stata sottolineata; seguo la lettura della seconda edizione di Walther,<br />

perché pare più affidabile di quella del Vallambert. 1: manca la croce nella descrizione di Vallambert; TITO% O<br />

AILI% Vallambert, Walther; ETH:IG:MHNE%:Y:HMERA% /////// Vallambert; †TITO S[-]ATAR/ae Mommsen. 2:<br />

AUTOU Walther, AUT/// Vallambert, aÍt[«n Kaibel.<br />

L'iscrizione fu collocata tra le cristiane da Kirchhoff, Kaibel e dagli altri studiosi<br />

anteriori a Ferrua, ma come ha affermato quest'ultimo – che, comunque, non vide neanche il<br />

frammento – si tratta di un sarcofago di epoca anteriore. In base alle caratteristiche del<br />

monumento, Ferrua lo voleva datare al principio del secolo III. Questo è possibile (cioè, la<br />

prima metà del III secolo), ma la combinazione T. Aelius, usata dai liberti di Antonino Pio e<br />

dai loro discendenti, potrebbe riportare l'iscrizione anche nella seconda metà del II secolo.<br />

Una croce iniziale sarebbe in questa epoca assolutamente insolita (vd. Ferrua). Il Vallambert,<br />

nella metà del Cinquecento, non la riporta, e credo che possa essere stata incisa dopo che<br />

Vallambert vide il monumento, per renderlo "meno pagano" in una chiesa. – Il formulario è<br />

insolito a Catania. Alla fine Kaibel ha senza motivo voluto emendare la lettura di Walther in<br />

aÍt[«n], un'espressione molto rara. Il significato di §k t«n aÈtoË, un nesso ben attestato, 115 è<br />

"dall'eredità di T. Aelius Victorinus". È interessante il nesso édelfo‹ eÈsebe›w: forse i fratelli di<br />

T. Aelius Victorinus si sono identificati con i Pii fratres, simboli di Catania (su cui vd. sopra, p.<br />

156).<br />

53. Inv. 285 (Sala VI, 93) (fr. sin.) e 254 (Sala VI, 62) (fr. d.). Mag. cort.; mag. sup. Collezione Biscari.<br />

Tre frammenti combacianti di una lastra marmorea, mutila nell'angolo superiore sinistro e in basso. I<br />

frammenti sinistro e destro sono inseriti in tavole di gesso. Retro liscio. 17 x 27,5 (fr. sin.); 9 x 10 (fr.<br />

centrale); 22 x 27,5 (fr. d.); misure complessive (22) x 43 x 2,8; alt. lett. 2,2-2,8. Forme delle lettere: alfa<br />

con la traversa spezzata; ∈, Y, O , TT , %. 1 e 3: foglie di edera. La linea a destra in basso è<br />

probabilmente la sopralineatura della cifra degli anni.<br />

Provenienza: probabilmente Catania (o Centuripe?). L'iscrizione è stata segnalata nel Museo Biscari a<br />

partire dalla seconda edizione della raccolta di Torremuzza. Kaibel la considerava non urbana, senza<br />

dubbio a ragione, vista l'assenza del testo nella prima edizione di Torremuzza (cfr. p. 47). Il<br />

formulario G2 + età, anche se attestato a Catania, è comune soprattutto a Centuripe (cfr. cap. 2.3.1.3).<br />

Vista la presenza delle epigrafi provenienti da altre città proprio tra le "novità" della seconda<br />

114 "Recens visa est, sed non pertinere ad ea, quae composuimus sub n. 1089* [= le copie settecentesche]."<br />

115 Paralleli dalle iscrizioni funerarie pagane: SEG XXXIV 348 (Peloponneso), IG X 2, 1, 381 e 439 (Macedonia). La<br />

frase si trova anche in una dedica centuripina IG XIV 574, dell'età ellenistica o della prima età romana, nel<br />

significato sua pecunia.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!