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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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216 Kalle Korhonen<br />

IG XIV 488 (Kaibel). Ferrara 1829, 390 nr. 1.<br />

La parte vista da Ferrara e Kaibel è stata indicata con sottolineatura. 1: LIBIO% Ferrara, LIBIO Kaibel; 4:<br />

PTO% Ferrara, * O% Kaibel, con il commento forse troppo scettico "quem [= Ferrara] non certum est integriorem<br />

vidisse lapidem".<br />

Datazione: I secolo – prima metà del II.<br />

104. Inv. 948 (Sala IX, 127). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra marmorea ricomposta da nove frammenti. Retro grezzo, lati irregolari. 27 x 29 x 3,5; alt. lett. 5,1-<br />

5,8 (r. 1), 2,0-3,2 (rr. 2-4). Bracci brevi nelle L. 3-4: lettere montanti; 4: NI in nesso. Punti a forma di<br />

uncino.<br />

Provenienza: Catania. "Contra S. Catharinae coenobium, dum fundamenta domus Dominici Ursini<br />

ponerentur anno 1739 inventus ... tenet Hyacinthus Paternionius", Amico; l'iscrizione fu trovata "cum<br />

lucerna fictili in cujus fundo FORTIS extantibus literis legitur". Non viene specificato, però, quale era<br />

il rapporto dei due oggetti nella sepoltura. Segnalata nel Museo Biscari a partire da Ferrara.<br />

L(ucius) Lollius<br />

Daphnus<br />

hic situs est;<br />

vixit annis L.<br />

CIL X 7074 (Mommsen). Amico 1741, 219 nr. 19 (da cui Torremuzza 1769 1 , 174 nr. 65; 1784 2 , 186 nr. 77); Ferrara<br />

1829, 357 nr. 3.<br />

Per il formulario con hic situs est, non ci sono altri esempi a Catania. Altrimenti,<br />

l'iscrizione è ben conforme con le tradizioni catanesi. – Datazione: I secolo o inizi del II, in<br />

base alla paleografia e alla mancanza dell'invocazione agli Dei Mani. Se la lucerna è<br />

contemporanea all'epigrafe, la datazione viene ulteriormente confermata, perché le lampade<br />

con l'iscrizione FORTIS si datano nell'ultimo terzo del I o nella prima metà del II secolo. 147<br />

105. Inv. 276 (Sala VI, 84). Magazzino del cortile. Collezione Biscari (?) (l'Inventario).<br />

Lastra marmorea inserita in un quadro di gesso. 30,5 x 31 x tra 1 e 4; alt. lett. 2,2-3,0. Nelle rr. 5-6 lettere<br />

meno curate, ma più profonde; queste righe sembrano aggiunte in un secondo momento. Forme delle<br />

lettere: alfa con la traversa obliqua, E (con bracci inclinati in alto), M, omicron romboidale, P, S, V<br />

(romboidale). Punti triangolari.<br />

Provenienza: probabilmente Catania. Sembra inverosimile che si tratti di un'epigrafe della collezione<br />

Biscari, visto che è rimasta inedita (vd. p. 67); la notizia dell'inventario deve essere erronea. Anche se<br />

fosse appartenuta alla collezione dei Benedettini, la provenienza urbana mi sembrerebbe<br />

inverosimile, a causa delle forme delle lettere. È preferibile la provenienza locale (cfr. pp. 64, 66-67).<br />

LÒlliw EÈtÊxhw<br />

Sabe¤n& fid¤&<br />

sunb¤ƒ z«n §po¤hse<br />

5 mnÆmhw xãrin:<br />

zhsen th le'.<br />

Inedita.<br />

147 Vd. ad es. A. Kirsch, Antike Lampen im Landesmuseum Mainz, Mainz am Rhein 2002, 111 nr. 238, 113 nr. 256, 117<br />

nr. 281, 118 nr. 284, 120 n.ri 296-300, 136 nr. 409.

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