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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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Servandus et<br />

Zopyra<br />

5 parentes.<br />

La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 313<br />

CIL VI 15738, cfr. p. 3518; CIL X 1088*, 94 (Mommsen). R. Venuti, Cod. Vat. lat. 7935 f. 38v; A. Guarnieri, Schede di<br />

Osimo f. 215v a (da R. Venuti; cit. nel CIL); Torremuzza 1769 1 , 148 nr. 18; 1784 2 , 157 nr. 21 (da I. Biscari, cfr. sopra,<br />

p. 45).<br />

Il nome femminile Zopyra è raro a Roma (4 casi in Solin 1982, 1126; la versione maschile<br />

è alquanto più comune, ibid.). – Datazione: seconda metà del I secolo – II secolo.<br />

282. Inv. 340 (Sala VI, 148). Magazzino del cortile. Collezione dei Benedettini.<br />

Lastra marmorea ricomposta da tre frammenti. Campo epigrafico riquadrato da un listello irregolare.<br />

18 x 29,5 x 1,5; alt. lett. 1,6-2,2. Alcune A corsiveggianti. Punti triangolari.<br />

Provenienza urbana. "A P. Scamacca coempta" (Galletti), evidentemente nel mercato antiquario di<br />

Roma (cfr. cap. 1.3.7). Trasportata negli anni '40 del Settecento a Catania: "in Museo Catanensi<br />

coenobii S. Nicolai adservatur", secondo Galletti.<br />

D(is) M(anibus)<br />

Gnevi Corneli<br />

Terminalis;<br />

v(ixit) a(nnis) LXX;<br />

5 Etrilia Thessale<br />

fratri carissimo<br />

f(aciendum) c(uravit).<br />

CIL VI 16322; CIL X 1088*, 112 (Mommsen). P. L. Galletti, Cod. Maruc. A 77 f. 163v.<br />

Questa è l'unica attestazione del cognome femminile Thessale a Roma, vd. Solin 1982,<br />

575; ibid. vengono elencati tre casi della forma maschile, di cui uno è peregrino. – È particolare<br />

la grafia Gnevi per il genitivo del prenome Gnaeus (per le alternative, vd. Salomies 1987, 29). –<br />

Datazione: seconda metà del I secolo – prima metà del II secolo.<br />

283. Inv. 633 (Sala VII, 277). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra pseudoansata di marmo. Campo epigrafico riquadrato da una cornice a linea ondulata in alto, a<br />

linea retta su altri lati. Retro liscio. 10,5 x 23 x 3,0; alt. lett. 1,3-2,4. Punto a forma di uncino.<br />

Provenienza urbana confermata dalla segnalazione di Venuti (Cod. Vat.): "apparteneva al P.<br />

Scammac(c)a, che l'Anno 1748 mandò in Sicilia p(er) aricchire un Museo" (cfr. cap. 1.3.5). Proviene da<br />

un colombario. Segnalata nel Museo Biscari a partire da Torremuzza.<br />

Cornelia<br />

Apollocratea Anterotis<br />

liber(ta).<br />

CIL VI 16353; CIL X 1088*, 114 (Mommsen). R. Venuti, Cod. Vat. lat. 7935 f. 39r; A. Guarnieri, Schede di Osimo f.<br />

215v (da R. Venuti; cit. nel CIL); Torremuzza 1769 1 , 125 nr. 15; 1784 2 , 131 nr. 16 (da I. Biscari, cfr. sopra, p. 45);<br />

Ferrara 1829, 419 nr. 9, 434 nr. 12.<br />

3: LIBERTA Mommsen.<br />

Il cognome femminile Apollocratea è raro a Roma: soltanto questo caso è segnalato in

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