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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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314 Kalle Korhonen<br />

Solin 1982, 24. – Datazione: I secolo, in base alla paleografia e all'onomastica. 251<br />

284. Inv. 324 (Sala VI, 132). Magazzino del cortile. Collezione Biscari.<br />

Stele marmorea centinata con corona vittata a rilievo e acroteri a palmetta, mutila nell'angolo superiore<br />

sinistro. Campo epigrafico ribassato e riquadrato da una cornice modanata su tre lati, da un solco<br />

semplice sul lato inferiore. 39,5 x 27 x 5; campo epigrafico 26 x 20; alt. lett. 2,6-3,6. Punti triangolari.<br />

Provenienza probabilmente urbana. La segnalazione più antica risale a Torremuzza, che riporta<br />

l'iscrizione come conservata nel Museo Biscari. Fu collocata tra le urbane da Mommsen. Per il<br />

Mommsen, un criterio per l'urbanità era una presunta copia, segnalata da Torremuzza ma non vista<br />

da Mommsen, che diventò CIL X 1089*, 197. Comunque, la lettura di Torremuzza riguarda<br />

l'archetipo. In ogni caso, la soluzione mommseniana pare la più credibile, soprattutto per la<br />

decorazione della lastra, una tipologia comune a Roma, ma finora non attestata a Catania. –<br />

Trasportata a Catania nel Settecento.<br />

D(is) M(anibus)<br />

P(ubli) F(---) Clari,<br />

qui vix(it) an(nis)<br />

XXV, m(ensibus) VI, d(iebus)<br />

5 VII; P(ublius) F(---) Mercurius<br />

f(ecit) b(ene merenti ?).<br />

CIL VI 17479; CIL X 1088*, 137 (Mommsen). Torremuzza 1769 1 , 155 nr. 53; 1784 2 , 163 nr. 60 (da I. Biscari, cfr. sopra,<br />

p. 45); Ferrara 1829, 424 nr. 2.<br />

2: P·F·CLARI, 5-6: P·F·MER/CVRIVS lapide.<br />

Il formulario onomastico è alquanto insolito, visto che il gentilizio è stato abbreviato con<br />

una sola lettera. – Datazione: II secolo.<br />

285. Inv. 627 (Sala VII, 271). Magazzino superiore. Collezione Biscari.<br />

Lastra marmorea leggermente mutila in alto. Retro liscio. Campo epigrafico ribassato e riquadrato da<br />

una cornice irregolare. 15,5 x 22,5 x 2,7; alt. lett. 1,2-2,0. Punti triangolari. Linee guida.<br />

Provenienza urbana confermata dalla segnalazione di Venuti: "apparteneva al P. Scammacca ... che<br />

l'anno 1748 con la mia permissione mandò in Sicilia a Palermo per arrichirne un museo" (cit. nel CIL).<br />

(Il riferimento a Palermo è stato un equivoco, cfr. cap. 1.3.5.) Luogo di ritrovamento ignoto. Segnalata<br />

nel Museo Biscari a partire da Torremuzza.<br />

D(is) M(anibus).<br />

Fabia Heuresis<br />

Fabiae Primigeniae<br />

patronae b(ene) m(erenti) f(ecit)<br />

5 et sibi et suis postrisque<br />

eorum.<br />

CIL VI 17603; CIL X 1088*, 138 (Mommsen). Guarnieri, Schede di Osimo f. 216 b (da R. Venuti; cit. nel CIL);<br />

Torremuzza 1769 1 , 126 nr. 21; 1784 2 , 132 nr. 23 (da I. Biscari, cfr. sopra, p. 45); Ferrara 1829, 419 nr. 11.<br />

251 Il cognome Anteros era popolare soprattutto nell'età giulio-claudia, vd. H. Solin, Arctos 18 (1984) 137-38 = Solin<br />

1998, 211-12.

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