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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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24 Kalle Korhonen<br />

anche l'epigrafe nr. 141: Amico dice che era stata trovata "nuper", di recente. Lo stretto<br />

rapporto dei fogli 142 e 143r con il volume III della Catana illustrata di Amico (1741) è<br />

interessante. Di 33 iscrizioni autentiche in questi fogli, undici si trovano nell'opera di<br />

Amico. 71 Otto di queste non vengono segnalate altrove nel codice. Quelle segnalate altrove<br />

nel codice A 77 sono tre delle quattro iscrizioni cristiane discusse sopra (p. 20, n. 62). La<br />

quarta, 351 = ICUR 2687, è l'unica iscrizione autentica segnalata nel codice A 77 e da Amico,<br />

ma non inclusa nei ff. 142 e 143r. Inoltre, delle due copie segnalate nell'opera di Amico, la<br />

copia di CIL VI 18157 (448) viene segnalata nel f. 143r e non altrove nel codice; la copia di<br />

ICUR 8719 (525), però, viene segnalata soltanto nel f. 15r da Scammacca. Le conclusioni che<br />

possiamo trarre da tutto questo sono: 1) che una parte del materiale elencato nei ff. 142 e 143r<br />

fu trasportata prima della chiusura della redazione del volume di Amico, una parte dopo; 2)<br />

il materiale segnalato altrove nel codice – con le quattro eccezioni cristiane – fu trasportato<br />

soprattutto dopo la pubblicazione dell'opera di Amico.<br />

Riguardo alla datazione dei fogli 142 e 143r, un terminus post quem è la chiusura della<br />

redazione del volume III dell'opera di Amico. Se è vera, inoltre, la notizia del ritrovamento<br />

delle due iscrizioni, discusse sopra (p. 19) e segnalate nel f. 143r, sotto la chiesa di S. Balbina<br />

nel 1743, i fogli non possono essere anteriori al 1743. Inoltre, due iscrizioni autentiche del f.<br />

142r (346 e 348 = ICUR 2681 e 2683) hanno altrove nel codice (ff. 13v, 14r) la data "1746". Poi,<br />

c'è il gruppo delle tredici copie con la data del 20 settembre 1746 (vd. sopra, p. 19), di cui la<br />

maggior parte, 10, ritornano nei fogli 142 e 143r. Però, come ho detto sopra (p. 21), per due di<br />

queste abbiamo anche un dato secondo il quale venivano conservate a Catania già nel 1743.<br />

Una datazione "sicura" sembra quindi tra il 1743 e, probabilmente, la fine dello stesso<br />

decennio.<br />

1.3.2.5. Conclusioni sul codice<br />

Qui dobbiamo vedere quali conclusioni si possono trarre sulla provenienza delle iscrizioni<br />

autentiche segnalate nel codice Marucelliano A 77. Per Mommsen erano tutte urbane. 72 Ora<br />

può essere utile un elenco delle epigrafi autentiche per le quali il codice è l'unica<br />

testimonianza anteriore alla conservazione nei musei catanesi (Tav. 2). (Non ho considerato<br />

come testimonianza indipendente la sezione delle iscrizioni mandate da Scammacca a Galletti<br />

incluse nel Codice di S. Paolo del Diario lapidario [vd. 1.3.3]; le segnalazioni nel Diario vengono<br />

indicate nella tavola 2.)<br />

71 F. 142r: 277 = CIL VI 15001, 350 = ICUR 2686, 361 = ICUR 9081; f. 142v: 262 = CIL VI 11624, 280 = VI 15429, 311 =<br />

VI 22728, 108 = IG XIV 490; f. 143r: 299 = CIL VI 20707, 337 = VI 27904, 141 = VI 28340, 354 = ICUR 2691.<br />

72 CIL X p. 721: "Extant in libro … Marucelliano A 77 exempla titulorum a patre Scammacca Romae coemptorum<br />

… "; "Scammaccanos titulos alienos esse etiam habitus eorum confirmat".

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