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L a c o l l e z i o n e e p i g r a f i c a d e l M u s e o C ... - E-thesis

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La collezione epigrafica del Museo Civico di Catania 23<br />

affinché abbiano circa le stesse misure degli altri fogli nel codice. Non sono attribuibili a<br />

Scammacca o a Galletti, ma a due mani diverse, di cui la prima ha scritto tutto il foglio 142, e<br />

la seconda il f. 143r. 67 (Come si è detto sopra, il verso del f. 143 contiene schede di Scammacca<br />

incollate.) Nell'edizione, ho preferito usare i nomi Anonimo (1) e Anonimo (2) di queste mani.<br />

Le epigrafi autentiche segnalate nel f. 142 sono 20, le copie 36; nel f. 143r, le autentiche sono<br />

13, le copie 12. Anche se le mani sono diverse, mi pare ragionevole considerare le pagine<br />

come un blocco, per motivi che diventeranno più chiari in seguito.<br />

Per quel che concerne la provenienza delle iscrizioni nei ff. 142 e 143r, Mommsen le<br />

considerava tutte urbane. Tuttavia il caso non è così semplice, e serve una discussione della<br />

problematica. Di 33 iscrizioni autentiche segnalate nei fogli, possiamo tranquillamente<br />

lasciare 13 tra le urbane, perché la loro provenienza viene confermata da altri autori. 68 Qui<br />

non ho contato il Codice di S. Paolo del Diario lapidario di P. L. Galletti (vd. 1.3.3) tra "altri<br />

autori", perché la fonte di Galletti era Scammacca. Per il resto del materiale, il codice A 77 è<br />

l'unica testimonianza possibile della provenienza urbana; le altre testimonianze sono siciliane.<br />

Le epigrafi nei ff. 142 e 143r si possono dividere in tre gruppi: 1) quelle che Scammacca<br />

segnala altrove nel codice e / o mandò a Galletti; 2) quelle che non sono segnalate altrove nel<br />

codice; 3) l'iscrizione che, secondo Amico, fu ritrovata a Catania. Quest'ultima è 141 (= CIL VI<br />

28340), segnalata nel f. 143r (Anonimo 2) e non altrove nel codice A 77. Secondo Amico,<br />

l'epitaffio fu uno dei "duo fragmenta nuper prope Collegium Soc. Jesu refossa". 69 Mommsen,<br />

comunque, ha interpretato la testimonianza del codice Marucelliano come una prova della<br />

provenienza urbana e l'iscrizione è finita in seguito tra le aliene di Sicilia (CIL X 1088*, 362) e<br />

nel CIL VI. Tuttavia, l'altro dei due frammenti pubblicati da Amico fu incluso tra le epigrafi<br />

catanesi (54 = CIL X 7038). A mio avviso il nr. 141 è probabilmente catanese, e non dubiterei<br />

della verità della notizia di Amico.<br />

Per quanto riguarda le iscrizioni nel gruppo (2), cioè non segnalate altrove nel codice,<br />

esse sono quattro: 108 = IG XIV 490, 307 = CIL VI 22163, 337 = CIL VI 27904 e 349 = ICUR 2684.<br />

In base ai criteri interni, le tre ultime non sembrano catanesi, ma piuttosto urbane (vd.<br />

l'edizione). Ma la prima, 108, segnalata nel f. 142v (Anonimo 1), è quasi certamente siciliana.<br />

Già Kaibel, che non era totalmente d'accordo con Mommsen sul manoscritto (vd. p. 64),<br />

collocò l'iscrizione tra le catanesi a causa del formulario. In effetti, il formulario (G3c) è un<br />

indizio forte dell'origine siciliana di un'iscrizione (vd. sotto, p. 90). Le altre testimonianze<br />

sull'epigrafe sono Torremuzza e Ferrara, che, come al solito, non danno il luogo di<br />

ritrovamento. 70 In ogni caso, non sembra che si tratti di una lastra importata da Roma.<br />

Quindi, i fogli 142 e 143r sembrano contenere due iscrizioni catanesi. L'unica spiegazione<br />

possibile è che questi elenchi delle iscrizioni furono scritti a Catania. Forse le iscrizioni<br />

in questi fogli costituiscono un gruppo delle "nuove acquisizioni". Erroneamente fu inclusa<br />

67 La scrittura del f. 143r presenta una certa somiglianza con la mano di A. F. Gori, ben presente in altre sezioni<br />

del codice. Comunque, dallo scrutinio accurato emerge che è diversa la mano di Gori: mentre nel f. 143r le aste<br />

delle A e le aste esterne delle M sono lievemente curve verso l'esterno, nella scrittura di Gori sono dritte; nelle G di<br />

Gori, il pilastrino è incurvato verso l'interno, ma nel f. 143r è rettilineo; lo scrittore del f. 143r scrive anche le B e le<br />

R in modo diverso da Gori.<br />

68 Sono 262 = CIL VI 11624, 263 = 11961, 277 = 15001, 278 = 15088, 280 = 15429, 289 = 18121a, 299 = 20707, 305 =<br />

21464, 311 = 22728, 318 = 24492, 324 = 24992, 341 = 29226, 350 = ICUR 2686, 359 = 5050, 361 = 9081.<br />

69 Amico 1741, 278.<br />

70 Torremuzza 1769 1 , 175 nr. 69; 1784 2 , 186 nr. 81; Ferrara 1829, 352 nr. 2. Nell'opera di Ferrara, l'iscrizione è stata<br />

inclusa nel gruppo delle iscrizioni trovate a Catania, come tutte le iscrizioni greche da lui viste a Catania.

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