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Parte prima - only fantasy

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dopo dovrò riaccompagnarti a casa...»<br />

«Oh, ma non ce n’è bisogno! Posso dormire qui e ripartire domattina.<br />

Mando solo un sms alla mamma, così non rompe», ribattei senza<br />

pensarci. Konstantin aprì gli occhi all’istante e così aggiunsi:<br />

«Sempre se a te non dispiace... Sai, domani è sabato, non c’è scuola...»<br />

«No, non mi dispiace.» Mi rivolse un sorriso malizioso. «Anzi,<br />

grazie. Allora ne approfitto. Ti dispiace se vado a cambiarmi e mi<br />

metto comodo?»<br />

«Fai pure», risposi. «Anzi... non avresti qualcosa di comodo anche<br />

per me?» aggiunsi indicando la mia mise non esattamente notturna.<br />

«Ah, sì certo! Che scemo. Vieni con me.»<br />

Mi guidò al piano di sopra. Le scale avevano i gradini a scacchi<br />

neri e bianchi e il corrimano in ferro battuto. Poi aprì una porta e fu<br />

così che vidi per la <strong>prima</strong> volta la sua camera. Era enorme e al centro<br />

campeggiava un gigantesco letto con la spalliera d’ottone decorata.<br />

Sugli scaffali erano esposti i diversi premi vinti dai Damned e appesi<br />

alle pareti c’erano alcuni poster di chitarristi famosi in grandezza naturale<br />

o quasi. Konstantin si accorse della mia meraviglia. «Non fare<br />

caso al disordine», disse. «In compenso la mia camera è molto più<br />

ordinata di quella di Tristan», aggiunse come se fosse un importante<br />

punto a suo vantaggio.<br />

Non risposi e mi limitai a sedermi sul bordo del letto, sentendomi<br />

a disagio. Konstantin cominciò a sfilarsi la felpa e aprì l’armadio. Mi<br />

guardò di sottecchi e vedendo che lo stavo osservando, si tolse anche<br />

la maglia, scoprendo il torace. Distolsi immediatamente lo sguardo,<br />

arrossendo.<br />

«Andiamo... non dirmi che non hai mai visto un uomo nudo», mi<br />

provocò.<br />

«Innanzitutto non sei nudo... e poi non sono affari tuoi!» puntualizzai.<br />

Lui rise e mi lanciò una maglia in faccia, che fortunatamente presi<br />

al volo.<br />

Era enorme. Lo guardai perplessa e mi accorsi che sogghignava.<br />

«È la più piccola che ho», tentò di giustificarsi.<br />

Mi alzai dal letto e presi un paio di pantaloni appoggiati sulla se-

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