Parte prima - only fantasy

Quella parola era stampata nella mia mente a caratteri indelebili,
eppure non riuscivo a pronunciarla.
«Non pensare a lui... Era solo un povero pazzo, Cathy... Cathy...»
disse Tristan. Ma nella sua voce c’era la disperazione.
Ora sapevo cos’era Tristan.
Avevo sempre pensato che nel mondo potessero esserci presenze
soprannaturali, provenienti dall’aldilà o da chissà quali altri mondi.
Avevo letto un’infinità di romanzi che raccontavano di creature ultraterrene,
morti viventi, fantasmi. Ma un conto erano i libri, un altro la
realtà.
Non era possibile. Non era neanche lontanamente immaginabile
che...
Vampiro.
Così lo aveva chiamato il vecchio.
Vampiro, vampiro, vampiro.
Ora sapevo a cosa erano dovute l’immacolata perfezione, la
straordinaria bellezza, la sicurezza fuori del comune di Tristan.
Una parte di me si rifiutava di credere, una parte...
Era strano, però.
Non avevo paura.
Guardai i suoi occhi chiari, e mi inginocchiai ai suoi piedi. Tristan
era seduto sul letto. Trasalì. Gli accarezzai il viso e percepii i suoi lineamenti
freddi sotto il palmo della mano. Gli sfiorai le labbra con
l’indice e fui pervasa da un inaspettato senso di eccitazione.
«Tristan... tu sei un... vampiro», dissi finalmente, emozionata.
Lo vidi chiudere gli occhi e allontanare la mia mano dal suo volto,
senza speranze ormai.
«Non peggiorare le cose, Cathy, ti prego.»
«È vero, Tristan? Sei... quella cosa!»
Lui riaprì gli occhi e si alzò. Spalancò la portafinestra e per un
momento pensai che volesse buttarsi di sotto. Poi vidi che da lì si accedeva
a una grande terrazza da cui si vedeva il bosco: Tristan raggiunse
la ringhiera e vi si affacciò, guardando nel buio. Lo raggiunsi
e da dietro lo strinsi a me. Tristan non si mosse. Rimanemmo per alcuni
istanti in quella posizione. Sentivo il mio cuore contro la sua
schiena e mi accorsi che stavo cominciando a piangere. Fu allora che