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Parte prima - only fantasy

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Konstantin e Tristan avevano due effetti completamente diversi su di<br />

me. Anche se all’inizio mi era sembrato un tipo sulle sue, anche un<br />

po’ noioso a dirla tutta, Tristan si era rivelato un ragazzo fantastico:<br />

con lui mi ero sentita sicura, serena e, sotto il cielo stellato di Emden,<br />

davvero felice. Konstantin, invece, mi suscitava un’emozione a cui<br />

non sapevo dare un nome. La volta che si era offerto di accompagnarmi<br />

a casa eravamo stati benissimo, e mi ero divertita a ridere con<br />

lui come una bambina. Eppure quando lo avevo salutato, avevo provato<br />

una sottile, strana inquietudine che mi aveva stretto lo stomaco.<br />

Anche allora, con i suoi occhi addosso, avevo sentito tutto il corpo<br />

tremare, e quella sera non avevo smesso di pensare a lui un solo secondo.<br />

Andai svogliatamente in cucina e mi preparai un’abbondante tazza<br />

di latte e cereali. Mi sedetti a tavola ma non appena avvicinai il cucchiaio<br />

alla bocca, suonò il campanello.<br />

Mi pulii in fretta e furia con il tovagliolo e andai ad aprire la porta.<br />

Oh merda! pensai, e richiusi subito. Konstantin era lì, sull’uscio di<br />

casa mia, e io gli avevo appena sbattuto la porta in faccia. Ma d’altra<br />

parte cosa potevo fare? Ero in condizioni pietose! Scappai di sopra e<br />

mi infilai velocemente la tuta di acetato blu. Afferrai al volo una<br />

molletta e mi legai i capelli. Corsi nuovamente di sotto e feci un lungo<br />

sospiro guardandomi allo specchio nell’ingresso.<br />

Il risultato era davvero patetico, ma pazienza. Finalmente aprii e<br />

Konstantin era ancora lì. Sorrideva divertito.<br />

«Be’, ne ho passate tante in vita mia, ma ti giuro che mai nessuna<br />

mi aveva sbattuto la porta in faccia. D’altra parte sei stata anche la<br />

<strong>prima</strong> a dirmi che sono buffo da morire, quindi... ormai sono pronto a<br />

tutto!»<br />

Mi misi a ridere e lo feci entrare. Lui mi passò accanto e si sfilò la<br />

felpa grigia, rimanendo con la canotta bianca che gli avevo visto alla<br />

finestra.<br />

«Stavo facendo colazione...» spiegai confusa.<br />

«Allora ti ho interrotto. Be’, andiamo in cucina. Ti faccio compagnia!»<br />

Lo guardai e mi accorsi che non riuscivo a muovermi. Se ne rese<br />

conto e cominciò a prendermi in giro. «Vuoi che ti porti in braccio?»

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