Parte prima - only fantasy

Uguali anche in questo, noi.
Scossi la testa e i miei occhi incontrarono quelli di Catherine, seduta
a gambe incrociate dall’altra parte della stanza. Ci sorridemmo
complici, affiatati come sempre. E così ancora una volta mi persi nel
blu pervinca dei suoi occhi, dannatamente belli ed espressivi. Sì, mi
mancava, era inutile negarlo. Mi mancava tutto di lei. Tutto.
Adesso c’era Camille al mio fianco, ma non era lo stesso. Non lo
sarebbe stato mai. In un modo o nell’altro io sarei rimasto legato a
Cathy, in qualsiasi circostanza. In un modo o nell’altro avrei vegliato
su di lei per sempre.
Camille si alzò all’improvviso e tutti la guardammo sorpresi.
«Stanno arrivando!» annunciò decisa. Lei aveva un udito più sviluppato
del nostro.
Scattammo tutti sull’attenti e, secondo il piano che avevamo concordato,
formammo un cerchio intorno a Catherine.
«Tre giorni», ci tranquillizzò Camille. «Abbiamo ancora tre giorni.»
Ci sentimmo sollevati. Tutti meno Konstantin. Rivolse a Cathy
uno sguardo disperato. Aveva paura, glielo si leggeva in faccia, era
terrorizzato all’idea di perderla. Avrebbe fatto di tutto, avrebbe anche
sacrificato la mia vita, oltre che la sua, pur di salvare lei. Io lo sapevo,
e mi stava bene così. In un certo senso, questa volta, la felicità di
mio fratello apparteneva anche a me. Il nostro obiettivo era lo stesso:
l’incolumità di Catherine.
Ci sedemmo di nuovo in cerchio e decidemmo che, quella sera
stessa, avremmo cominciato a mandare le nostre richieste d’aiuto.
Konstantin
L’orologio a pendolo suonò la mezzanotte. Cathy dormiva tranquilla
sul divano della grande sala. Gli altri si trovavano ormai lontani:
Camille, in Australia, stava chiedendo aiuto ad alcuni suoi amici.
Andreas, in Slovenia, riuniva tutti i suoi cugini. Avevamo avvertito
anche il vecchio Mohdi, il quale stava richiamando a sé le altre tre
Predestinate. Tristan e io eravamo rimasti a fare da guardia alla Pre-