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Parte prima - only fantasy

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Anzi, forse è meglio così.»<br />

«Ma la vostra musica mi piace molto, davvero...» replicai. «E la<br />

tua voce... Dio la tua voce è stupenda!» esclamai arrossendo.<br />

Tristan mi sfiorò il viso con il palmo della mano. Sentii la pelle<br />

bruciare sotto il suo tocco.<br />

«Grazie, sei gentile Cathy.»<br />

E tu sei bellissimo, avrei voluto aggiungere, ma mi trattenni. Ci<br />

dirigemmo senza parlare verso il viale che costeggiava il parco.<br />

In quel mentre, una macchina che stava arrivando a tutta velocità<br />

rallentò, accostò al marciapiede e si fermò a due spanne da noi. Era<br />

una Cadillac nera, sembrava nuova di zecca. Il volto di Tristan sbiancò<br />

non appena la vide.<br />

«Buongiorno, fratellino», disse il conducente abbassando il finestrino.<br />

Rimasi sorpresa quando mi accorsi che al volante c’era proprio<br />

lui.<br />

Konstantin Von Schaden.<br />

«Buongiorno anche a te. Cathy...» Fece un segno del capo nella<br />

mia direzione.<br />

«C... ciao, Konstantin...» balbettai confusa e inspiegabilmente<br />

emozionata.<br />

Sul suo viso riuscii a intravedere un’espressione compiaciuta,<br />

mentre su quello di Tristan affiorò un sentimento inappropriato: paura.<br />

«Che ti succede, Tristan?» gli chiesi in un orecchio, mentre salivamo<br />

in macchina. Lui si rilassò contro il sedile e disse con calma:<br />

«Niente, niente... Konstantin... come mai sei venuto tu a prenderci?»<br />

«Ero per strada, e Meyer ha chiamato anche me... Gli ho detto che<br />

potevo passare a recuperarvi. Sono sorpreso di trovarti insieme con<br />

lui, Cathy. Non credevo che te la facessi con tipi poco raccomandabili<br />

come mio fratello», scherzò Konstantin guardandomi dallo specchietto<br />

retrovisore. Sul suo volto c’era un sorriso un po’ misterioso.<br />

E mostruosamente dolce.<br />

«Piantala, Konstantin!» sbottò Tristan spazientito. «Piuttosto, vedi<br />

di darti una mossa, aspettano solo noi.»<br />

Lui non se lo fece ripetere due volte e, gettandomi un’ultima se-

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