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Parte prima - only fantasy

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Konstantin<br />

Finii di lavarmi i denti e scesi velocemente lo scalone. Tristan era<br />

già sulla porta, pronto per uscire.<br />

«Albert e Derek sono qua fuori», disse impaziente. «Aspettano solo<br />

te!»<br />

«Lo so, ho fatto tardi, scusa», replicai scocciato.<br />

«Ah, Konstantin. Non prendere impegni per stasera. Ricordati che<br />

Engel ci ha invitati a dormire a casa sua...»<br />

«Io non vengo», lo interruppi. «Non mi va di stare con lei e con<br />

te.»<br />

Tristan non rispose. Uscimmo velocemente di casa e trovammo i<br />

ragazzi, accanto alla macchina. C’era anche Hagen Meyer, il nostro<br />

manager.<br />

«Era ora!» sbuffò Albert con un’occhiataccia. Io risi incrociando<br />

lo sguardo ancora assonnato di Derek e il mio amico mi regalò una<br />

specie di grugnito.<br />

Montai nell’auto e mi sedetti accanto a Tristan. Non feci neanche<br />

in tempo a chiudere la portiera che Hagen si girò verso di noi rabbioso:<br />

«Allora, li avete visti i giornali? Ci sono foto di voi due - con la<br />

stessa ragazza. C’è Konstantin che se la spassa di brutto, mano nella<br />

mano e altre balle, e ci sei tu, Tristan, che stai litigando con lei», ci<br />

rimproverò. Poi si rivolse a me. «Si può sapere come cazzo ti è venuto<br />

in mente di portarti in giro quella tipa? Konstantin! Se te la volevi<br />

portare a letto potevi anche aspettare qualche ora, no? Che bisogno<br />

c’era di venire là con lei? Gli studi hanno ricevuto una valanga di lettere<br />

di fan che vogliono sapere se è la tua ragazza ufficiale. Dimmelo<br />

se è così, che bisogna prepararla. Devo informarla su quello che può<br />

e non può dire nelle eventuali interviste e poi...»<br />

«Frena, frena», lo interruppi bruscamente. «Non hai capito niente,<br />

Hagen, come al solito... È un’amica e basta!»<br />

«Sì, vallo a dire alle fan», replicò seccato il nostro manager. «Ne<br />

parleremo più tardi», aggiunse tornando a guardare la strada.<br />

Sbuffai e mi infilai gli auricolari dell’iPod, aspettando di arrivare<br />

allo studio televisivo dove ci aspettavano per l’ennesima stupida,

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