Parte prima - only fantasy

Cathy
46
Addio
L’inverno era arrivato in un soffio gelido, cogliendomi di sorpresa.
Quella mattina la prima nevicata mi aveva messo di buon umore.
Alla vista dei tetti di Madenburg completamente bianchi, perfino i
miei pensieri tormentosi sembravano placarsi per un po’.
Percorrevo la strada che mi separava dalla scuola a testa bassa,
con una strana tensione in corpo. Quella mattina non avevo neanche
aspettato Engel, sapevo benissimo che non sarebbe venuta. Sapevo
benissimo di averla persa.
Così, a proteggermi dal pericolo, non c’era nessuno.
Ma non avevo scelta: avevo fatto fin troppe assenze nel semestre,
e non potevo permettermi di mancare ancora.
Quando arrivai a destinazione, la campanella era già suonata. La
paura mi paralizzò le ginocchia non appena vidi lui, in fondo a un
corridoio. Cercai di mantenere la mente lucida, anche se il terrore
confuse i miei pensieri.
Mi sforzai di ricordare le mosse imparate da Mohdi.
L’ultima volta che ero stata a casa del Guardiano risaliva ad alcuni
giorni prima. Al mio arrivo, Mohdi mi aveva guardata con aria interrogativa
e mi aveva chiesto: «E i vampiri?» Ero scoppiata a piangere.
Davanti a lui, senza ritegno. Le parole erano uscite tutte insieme dalla
mia bocca, un fiume senza argini. Gli avevo raccontato della mia
vita in Italia, di quanto mi mancassero gli affetti che avevo lasciato
laggiù. Mio padre. Sara. Il mio gatto Tizzone. E gli avevo raccontato
della Germania, di mia madre e della sua nuova famiglia, e della mia
nuova famiglia: Tristan, Engel, Konstantin.
Era strano. Mi ero sentita compresa, come se stessi parlando con