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Parte prima - only fantasy

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Quel suo sorriso sicuro mi fece venire la pelle d’oca. Era sempre il<br />

solito Konstantin, un provocatore nato. Come si permetteva di insinuare<br />

che io non amassi Tristan con tutta me stessa? Dove trovava<br />

tutta quella sicurezza? Come poteva essere così arrogante da essere<br />

sicuro che... Era assurdo. Io ero innamorata di Tristan, e a Konstantin<br />

volevo bene come un amico. Tutto lì. Avevo già scelto, ed ero più<br />

che coerente con la mia scelta.<br />

Eppure le parole di Konstantin, buttate lì con freddezza e con<br />

quella assurda convinzione, mi raggelarono il cuore. O forse era il<br />

suo profumo così forte che mi stava annebbiando i sensi.<br />

«Stai dicendo delle sciocchezze. Lo sai... anche tu», balbettai<br />

sempre più insicura.<br />

«No. Io dico quello che penso. Dico la verità. Certe cose si capiscono,<br />

si sentono. Non dimenticare che noi vampiri abbiamo una<br />

sensibilità molto maggiore della vostra!» scoppiò a ridere.<br />

Questa volta fui io a ritrovarmi con le spalle al muro. Il suo viso<br />

era vicinissimo al mio. Avrebbe potuto approfittare di me in quello<br />

stesso istante. Avrebbe potuto mangiarmi persino, cosa che desiderava<br />

fare dal primo momento in cui mi aveva conosciuta.<br />

Ma rimase fermo, con il viso che sfiorava la mia fronte.<br />

Ero sicura che sentiva il mio fiato sul collo, che sbucava nudo da<br />

una felpa extralarge. Io sentivo il suo respiro fresco e affannoso.<br />

Le gambe mi tremavano e quella vicinanza, unita alla paura, mi<br />

dava una strana sensazione di... eccitazione.<br />

«Me ne vado», sospirò lui qualche istante dopo. Uscì dalla camera<br />

e scese le scale. Sentivo i suoi passi lenti e sempre più lontani, e udii<br />

il saluto di Joel non corrisposto seguito dal rombo potente di un motore.<br />

Rimasi appoggiata al muro. Poi mi sedetti alla scrivania e posai la<br />

testa sul freddo piano bianco. Chiusi gli occhi mentre le parole di<br />

Konstantin mi rimbombavano nella testa. Soprattutto una: incoerente.

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