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Parte prima - only fantasy

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cambiamo argomento, Cathy, ti va?»<br />

Ci pensai su e giunsi alla conclusione che Engel e Jonathan dovevano<br />

aver avuto una storia finita male. In fin dei conti, quando una<br />

ragazza odia tanto un ragazzo nove volte su dieci il motivo è quello.<br />

Mi guardai intorno e fui sorpresa di notare che la sala era letteralmente<br />

stracolma di gente. Lo dissi a Engel e lei sorrise. «Quando si<br />

parla di Damned si parla di grandi folle...» disse in tono un po’ canzonatorio.<br />

Rimanemmo in silenzio per un po’, fino a quando le luci si spensero<br />

e un faro illuminò il centro del palco. Il preside, il signor Kanter,<br />

cominciò il suo breve discorso introduttivo.<br />

«Buonasera a tutti e benvenuti. Siamo qui per festeggiare l’inizio<br />

di un nuovo anno scolastico, che ci auguriamo ricco di impegni e<br />

soddisfazioni. E quale modo migliore per celebrare questo momento<br />

se non invitare nella nostra scuola due illustri ex allievi che oggi, con<br />

la loro band, sono famosissimi in tutta la Germania? Per questo, miei<br />

cari studenti, è un onore per me presentarvi... i Damned!!.»<br />

I quattro ragazzi che avevo visto in televisione entrarono in scena,<br />

accompagnati da uno scroscio infinito di applausi. Non capivo perché,<br />

ma mi sentivo emozionatissima all’idea di vederli dal vivo. I<br />

gemelli Von Schaden erano lì, sorridenti, con il loro look pazzesco e<br />

l’aria sicura e raggiante. E, di nuovo, ebbero su di me lo strano effetto<br />

della <strong>prima</strong> volta. Semplicemente, mi ipnotizzavano. Cercai di non<br />

farci caso, e ci riuscii, almeno fino a quando mi accorsi che entrambi<br />

guardavano esattamente nella mia direzione. I loro occhi erano fissi<br />

su di me, come catturati dallo stesso sortilegio che aveva già colpito<br />

me. Sentii che le mie gambe cominciavano a tremare. D’un tratto,<br />

con un movimento che non capii, Engel si parò davanti a me. Un<br />

istante dopo i gemelli avevano distolto lo sguardo e stavano ascoltando<br />

il preside, che continuava a coprirli di complimenti. Non appena<br />

il peso del loro sguardo mi abbandonò, mi sentii immediatamente<br />

più rilassata. Non era stato piacevole sentirmi addosso i loro occhi in<br />

quel modo. Era uno sguardo violento, famelico, come se... volessero<br />

impadronirsi di me, in qualche modo.<br />

Mi scossi da questo pensiero sinistro quando Engel mi chiese: «Ti<br />

senti bene?»

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