Parte prima - only fantasy

nessuno. Un istante dopo lui sbucò da dietro il muro.
«Cathy!» esclamò sorpreso. Indossava dei pantaloni di stoffa arrotolati
alle caviglie, e aveva dei fili di paglia tra i capelli e sui vestiti.
«Cosa stai facendo?» gli domandai divertita.
«Sto facendo compagnia a un amico», rispose indicando dietro di
sé. Mi accorsi solo in quel momento che oltre la dépendance c’era
un’altra piccola costruzione, che assomigliava a una stalla. Quando,
seguendo Tristan, mi avvicinai, rimasi senza fiato. Un cavallo stupendo,
nerissimo e lucente, mi salutò con un possente nitrito.
«È... è...» provai a dire.
«È un cavallo, esatto», mi aiutò Tristan ironico. «Un fantastico
esemplare di frisone, a voler essere precisi.»
«Volevo dire che è... è bellissimo...»
Tristan si mise a ridere. «Già. Me lo sono regalato l’anno scorso
quando i Damned hanno vinto il titolo di Band dell’Anno. Io vado
matto per i cavalli. Li adoro. Purtroppo lui deve stare in un maneggio
poco lontano...» mi spiegò accarezzandogli il muso, mentre l’animale
lo guardava con due occhioni dolcissimi. «Sarebbe impossibile per
me prendermene cura. Ma ogni tanto lo porto qui a casa e passo un
po’ di tempo con lui. Si chiama Schwarz...»
Cioè «Nero». Che bel nome, pensai. Ero emozionata da quel magnifico
esemplare, meraviglioso e minaccioso al tempo stesso.
Improvvisamente Tristan ebbe un’idea.
«Senti... se aspetti un attimo vado a cambiarmi e ti porto a fare un
giro con me!»
«A... a cavallo?» domandai incredula.
«Be’, se preferisci possiamo farlo sulle mie spalle, ma credo sia
un po’ più scomodo.»
La sua risata era contagiosa, pulita, perfetta come lui. Anche se
non ero mai salita su un cavallo in vita mia, e tantomeno su uno così
grande e forte, decisi che avrei provato.
Dopo neanche cinque minuti Tristan tornò. Indossava un giubbotto
di pelle un po’ più largo del solito, senza borchie, e un paio di
jeans molto vissuti. Portava gli occhiali da sole e aveva i capelli legati.
Porse anche a me un giubbotto di pelle e io lo guardai senza capire.