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Parte prima - only fantasy

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Non gli risposi e gli feci strada verso la cucina. Konstantin si sedette<br />

sul divanetto, completamente a suo agio.<br />

«C... cosa vuoi mangiare?» gli chiesi balbettando.<br />

«Ho già fatto colazione, grazie.»<br />

Rimasi lì impalata a fissarlo, ma me ne accorsi solo quando lui si<br />

alzò e andò verso il tavolo.<br />

«Allora? Mangi o no?» mi domandò prendendo un cucchiaio di<br />

cereali dalla mia tazza e ficcandoselo in bocca.<br />

«Oh, c... certo.» Mi avvicinai anch’io al tavolo, mi sedetti e cominciai<br />

a mangiare, afferrando il cucchiaio che lui mi porgeva.<br />

Konstantin si sedette di fronte a me e poggiò la testa sui pugni<br />

chiusi. Sorrisi tra me e me: sembrava un bambino curioso e desideroso<br />

di imparare qualcosa.<br />

«Niente scuola, oggi?» mi chiese mostrando un interesse un po’<br />

esagerato.<br />

«Ehm... No, ero troppo stanca per andarci.» Mi domandai se Tristan<br />

gli avesse detto dove mi aveva portato la sera <strong>prima</strong>. Anche se,<br />

dal suo sguardo, intuii che non sapeva un bel niente.<br />

«Stanca? Perché, cosa hai fatto ieri?» s’informò, drizzandosi sulla<br />

sedia. I miei dubbi erano confermati: non sapeva nulla.<br />

«Ho passato il pomeriggio a fare i compiti e poi la sera... sono stata<br />

a Emden», risposi tutto d’un fiato. «Con Tristan...» aggiunsi poco<br />

dopo.<br />

Konstantin annuì e infine sorrise compiaciuto. «Scontato e banale»,<br />

commentò.<br />

«Come, scusa?» Finsi di non capire.<br />

«Dicevo che ti ha portato in un posto scontato e banale considerando<br />

che sei una che ama moltissimo il mare... Era abbastanza prevedibile<br />

che finiste lì, no?» fece sogghignando.<br />

«Io invece non me l’aspettavo per niente», lo sorpresi. Mi fissò<br />

quasi con disgusto, mentre sul suo volto affiorava la tristezza. Mi faceva<br />

male vederlo così. Lo conoscevo ancora poco, ma<br />

dall’impressione che mi ero fatta di lui, non mi sembrava un tipo che<br />

cedesse troppo spesso ai pensieri tristi.<br />

Così, d’istinto, feci scivolare il braccio verso di lui sul tavolo e gli<br />

strinsi la mano. Konstantin mi rivolse uno sguardo meravigliato.

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