Parte prima - only fantasy

noiosa intervista.
Quando la macchina si fermò, scesi dopo gli altri. Hans era già
davanti al portone ad aspettarci. Tristan mi picchiettò sulla spalla e
disse: «Il cellulare», indicando la tasca della mia felpa. Spensi l’iPod
e lo sentii suonare anch’io. Senza neanche guardare il display, risposi.
«Sì?»
«Konstantin?...»
Tristan notò il mio sguardo meravigliato. Si accostò e mi domandò:
«Chi è?»
Lo ignorai e mi allontanai dal resto del gruppo. Mentre gli altri
cominciavano a entrare negli studi, rimasi fuori, fermo vicino a un
palo, con Hans che mi gironzolava attorno. Poveretto, cercava di fare
il suo lavoro con discrezione, rispettando per quel poco che poteva la
mia privacy.
«Cathy? Sei tu?» la apostrofai in un sussurro.
«Sì, sono io.» La sua voce calda mi fece avvampare.
«Ciao... Tutto bene? Che c’è?»
«Niente, scusa se ti disturbo. Volevo dirti che ieri notte ho dimenticato
un fermaglio nella tasca dei tuoi pantaloni. Sai, ci tengo perché
me lo ha regalato mio padre...»
«Vuoi che te lo riporti, adesso?» chiesi speranzoso.
«No, non c’è bisogno. Non è urgente. Puoi portarmelo stasera, se
ti va...»
«Stasera?» domandai ripassando mentalmente i miei impegni.
«Da Engel. Ci vieni, vero?»
Solo in quel momento mi ricordai del pigiama party a casa della
mia amica. Sorrisi tra me: quella sera avrei rivisto Cathy.
«Certo che ci vengo. Ci vediamo lì, allora...»
«Konstantin...»
«Sì...» mormorai con la gola chiusa per l’emozione.
«Grazie!» E chiuse la telefonata.
Tornai indietro contento, con Hans che mi seguiva a distanza. Incrociando
Tristan, un attimo prima di entrare nella sala per
l’intervista, gli domandai a che ora dovessimo trovarci da Engel la