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Parte prima - only fantasy

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lunque pulsione dentro di sé, come se avesse paura, altrimenti, di non<br />

riuscirsi a controllare.<br />

Avrei tanto voluto ringraziarlo per la canzone che mi aveva dedicato,<br />

ma decisi che non era il momento adatto.<br />

Quando fummo di ritorno a Madenburg e la macchina si fermò<br />

davanti a casa mia, lessi negli occhi di Tristan qualcosa di simile<br />

all’ostilità. Non mi salutò neanche. Io scesi con un «ciao» generale e<br />

sparii dietro la porta, sentendomi quasi sollevata.<br />

Nel mio letto, piansi a lungo con il viso nascosto tra le lenzuola.<br />

Konstantin<br />

Avevo lasciato la finestra semiaperta, e il vento freddo del Nord<br />

entrava prepotente nella camera. Contemplavo il corpo della groupie<br />

nel mio letto. La sua pelle era di un bianco quasi accecante.<br />

Sembrava dormire, non fosse stato per le coperte zuppe di sangue<br />

e per la gola lacerata.<br />

Io ero seduto sulla poltrona accanto al letto, con la testa fra le mani.<br />

Avevo ucciso un’altra ragazza.<br />

L’avevo usata, e poi l’avevo uccisa. Giustificai il mio gesto con la<br />

mancanza di cibo e per un momento cercai di assolvermi. Dopotutto<br />

ero un predatore e avevo il diritto di cibarmi delle mie prede. Ma<br />

quando guardai di nuovo quel corpo giovane, che ora giaceva immobile<br />

fra le mie lenzuola, e già cominciava a perdere lucentezza e colore,<br />

fu come se stessi morendo anch’io.<br />

Ormai l’avevo fatto.<br />

L’avevo prosciugata, bevendo il suo sangue.<br />

E per un momento non avevo pensato a nulla, se non alla sete che<br />

si era impossessata di me. Non avevo pensato a nulla, neanche al suo<br />

volto commosso dopo la dedica di mio fratello. Neanche ai suoi occhi<br />

lucidi mentre lo guardava cantare.<br />

Era allora che, dolorosamente, avevo capito. Dovevo farmi da parte.<br />

Non c’era posto per me nella sua vita. Dovevo dirle addio. E lo

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