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Parte prima - only fantasy

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inghio. «Non dire idiozie. Sai benissimo che cambiando cielo non<br />

cambi la realtà.»<br />

«Non ho molta scelta», ammisi. «A casa mia con Konstantin non<br />

ci posso stare e se andassi da mia madre sarei troppo vicino a lei...»<br />

«Vieni da me!» mi propose come se fosse la cosa più normale del<br />

mondo. «Vieni ad abitare con me, Tristan. Io farò di tutto per starti<br />

accanto come hai bisogno, te lo prometto. Non pensare di essere<br />

l’unico a sentirsi tradito.» La sua voce esprimeva un dolore silenzioso<br />

e trattenuto. Una ferita che poteva sanguinare solo di nascosto.<br />

«So quanto soffri, mia piccola Engi... solo che non capisco perché<br />

faresti questo per me. Sostenevi che saresti stata disposta anche a<br />

voltare le spalle a me e Konstantin, pur di non perdere l’amicizia di<br />

Cathy.»<br />

Engel mormorò: «Lei mi ha tradito, Tristan. Cathy sa benissimo<br />

quello che provo per Konstantin, eppure... Ma non posso dare la colpa<br />

a lei. È solo un essere umano... Quanto a te, invece, la cosa è molto<br />

semplice. Tu sei tutto per me, Tristan. Sei il mio migliore amico,<br />

sei la mia famiglia, tutto. Lo sei da secoli. Esattamente com’era Konstantin.<br />

Ma lui per me non esiste più. Mi resti solo tu. Quindi ti prego...<br />

stai con me».<br />

Annuii e la presi per mano. Avrei iniziato una nuova vita con la<br />

donna che, forse senza neanche saperlo, mi stava salvando.<br />

Cathy<br />

Rimasi chiusa in camera mia per tre giorni, quasi senza mangiare.<br />

Mia madre tentava invano di entrare e parlarmi, ma io le dicevo non<br />

tanto gentilmente di lasciarmi in pace.<br />

Tenevo le tende chiuse e stavo a letto, con il cellulare tra le mani,<br />

sperando in una telefonata di Tristan. Ma non arrivava. Konstantin, al<br />

contrario, mi mandava messaggi ogni dieci minuti. Mi dispiaceva saperlo<br />

preoccupato per me, ma non avevo la forza di rispondergli, o<br />

incontrarlo. Non dopo quello che mi aveva detto. La mia finestra rimaneva<br />

sigillata. Di notte, lo sapevo, Konstantin veniva e aspettava,<br />

appollaiato sopra il ramo dell’albero, vegliando a distanza sui miei

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