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Parte prima - only fantasy

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in attesa.<br />

Scendemmo dall’auto in una piccola piazzola dal lato opposto rispetto<br />

all’ingresso principale dello stadio. Hans e gli altri bodyguard<br />

affiancarono i ragazzi, e li portarono dentro guardando senza sosta da<br />

ogni lato, per difenderli da possibili attacchi di fan indemoniate. Io<br />

ed Engel ci ritrovammo spinte insieme con loro attraverso la stessa<br />

porticina nascosta, e finimmo nel camerino.<br />

Tristan cominciò subito ad andare avanti e indietro nello spazio<br />

angusto, Albert infilò le cuffie nelle orecchie e si sedette sul divano<br />

accanto a Derek, che si teneva la testa fra le mani. Engel, esperta di<br />

situazioni del genere, si mise a versare del succo di frutta a tutti e tre.<br />

Mi accorsi che mancava Konstantin. Cercando di non farmi notare,<br />

sgattaiolai fuori dalla stanza. Ai lati della porta c’erano due bodyguard<br />

che mi squadrarono con sospetto dalla testa ai piedi.<br />

«Torno subito...» tentai di giustificarmi.<br />

Cercai la strada per tornare alla piazzola. E lì, finalmente, vidi<br />

Konstantin. Indossava il cappello bianco, fumava nervosamente una<br />

sigaretta e si strofinava gli occhi. Solo quando abbassò la manica della<br />

felpa mi accorsi che le lacrime gli rigavano il volto. Sentii una<br />

stretta allo stomaco. Avrei voluto andargli incontro e abbracciarlo,<br />

ma non potevo. Konstantin era troppo orgoglioso, non si sarebbe mai<br />

perdonato per essersi fatto vedere da me mentre piangeva. Sentii dei<br />

passi avvicinarsi e a quanto pareva li udì anche Konstantin, perché<br />

finì in fretta di asciugarsi gli occhi e si diede subito un tono, spegnendo<br />

la sigaretta con il piede. Aspettai in silenzio per alcuni istanti<br />

sentendo i battiti del mio cuore farsi sempre più veloci. I passi si attutirono<br />

e divennero un ticchettio lontano. Konstantin sospirò e si accese<br />

un’altra sigaretta. A quel punto mi feci coraggio e mi avvicinai.<br />

Non appena si accorse di me, mi lanciò uno sguardo misto di sorpresa<br />

e ostinazione.<br />

«Ciao», sussurrai imbarazzata.<br />

Lui non mi rispose, ma alzò il mento in segno di saluto.<br />

«Perché non sei dentro con gli altri?» gli chiesi cercando di non<br />

apparire troppo invadente.<br />

«Perché sto fumando, non vedi?»<br />

«Uhm... sì.»

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