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Parte prima - only fantasy

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forse c’è sempre stato lui.»<br />

Soddisfatta della mia risposta, mi alzai e feci per andarmene, ma<br />

mi trattenne una mano forte e ruvida.<br />

«Devo parlarti.» Konstantin si alzò in piedi in meno di un secondo<br />

e mi prese in braccio. Un istante dopo mi ritrovai al piano di sopra,<br />

nella camera degli ospiti.<br />

«Devi chiamare tua madre. Le ho detto che resterai con me per un<br />

po’ di tempo, crede che siamo andati a convivere», mi informò ridendo<br />

sommessamente.<br />

«Noi... cosa?» lo guardai allibita. Primo: non avevamo litigato?<br />

Secondo: cosa aveva detto? Convivere?<br />

«Sì, ho dovuto per forza farle credere questo. Lei non si è opposta.<br />

Ha detto che sei abbastanza grande per decidere della tua vita. Le ho<br />

detto che ora non te la senti di parlarle, ma che tra qualche giorno<br />

andrai a trovarla.»<br />

«Bella madre», mi lasciai sfuggire, in preda al panico per il futuro<br />

che mi aspettava.<br />

«Cathy...» Konstantin si avvicinò dolcemente. «È una misura<br />

d’emergenza. Forse, <strong>prima</strong> o poi le cose torneranno normali. Comunque,<br />

in compenso, tua madre mi ha imposto l’obbligo di farti<br />

continuare la scuola. Le ho risposto che non ci sarebbero stati problemi<br />

ma, in realtà, i problemi ci sono, eccome! La scuola è l’ultimo<br />

dei luoghi dove ti manderei, adesso», continuò, pensando di certo a<br />

Jon. «Ma non hai nulla di cui preoccuparti. Continuerai a studiare qui<br />

e a giugno affronterai il tuo esame», aggiunse sicuro di sé.<br />

«E come faccio a studiare tutto da sola?»<br />

Konstantin rise. «Non hai minimamente idea di quante volte io,<br />

Tristan ed Engel abbiamo frequentato il liceo. Per il momento, però,<br />

ti seguirà Engel. Lei è molto più preparata di noi, non solo è più vecchia,<br />

ma è anche quella che ha ripassato ogni materia più recentemente.<br />

Sa molte più cose lei del tuo intero corpo docente, credimi»,<br />

mi rassicurò senza smettere di sorridere.<br />

«Io... volevo chiederti scusa per <strong>prima</strong>... non avrei dovuto fare<br />

quello stupido discorsetto» cominciai, ma le sue labbra premettero<br />

forte sulle mie, impedendomi di continuare a parlare.<br />

«Non hai nulla di cui scusarti. Sono io che sono stato uno stupido

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