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Parte prima - only fantasy

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tato serissimo. Mi sentivo stupida e imbarazzata.<br />

«Scusami...» farfugliai senza un vero motivo.<br />

Tristan non parlò per dieci minuti esatti. Continuava a fissare la<br />

strada senza mai voltarsi verso di me. Aveva spento il lettore CD.<br />

Solo quando sentì che sospiravo, si girò. «Cosa c’è?»<br />

«Dove mi stai portando?» Mi sentivo terribilmente a disagio per<br />

quel silenzio, e per l’atmosfera pesante che si era creata tra noi.<br />

«Be’, questa è una sorpresa!» disse lui, tornando di buonumore.<br />

Ogni tanto lo guardavo di sottecchi; sapevo che lui ne era consapevole,<br />

anche se faceva finta di niente. Guidava beato, a una velocità<br />

pazzesca, muovendo la testa a ritmo della musica che avevo scelto io.<br />

Volevo fargli sentire qualcosa che mi piacesse, e così avevo acceso<br />

la radio e cercato Virgin, l’emittente internazionale che trasmetteva<br />

solo brani rock. Ora stavamo ascoltando Back In Black degli AC/DC.<br />

Il tempo passò in fretta, e anche le pause tra una chiacchiera e<br />

l’altra avevano smesso di essere imbarazzanti. Non mi sentivo più a<br />

disagio, anzi mi sembrava di conoscere Tristan da una vita. Quando<br />

gettai uno sguardo all’orologio sul cruscotto per poco non mi venne<br />

un colpo.<br />

«Tristan... sono le nove di sera!»<br />

«Lo so», mi disse sorridendo.<br />

«Siamo in viaggio da ore e non ce ne siamo accorti!» gli feci notare,<br />

preoccupata per la reazione di mia madre quando sarebbe salita in<br />

camera e non mi ci avrebbe trovata.<br />

«Siamo arrivati.» Fermò l’auto su una stradina sterrata, tutta buia,<br />

e scese. Poi venne ad aprirmi la portiera. Rimasi meravigliata da tanta<br />

galanteria.<br />

Lui mi guardò e per un attimo parve perdersi nei miei occhi. Mi<br />

prese per mano e mi fece strada, come se conoscesse quel luogo alla<br />

perfezione.<br />

«Siamo a Emden», annunciò. Non capii subito, ma quando facemmo<br />

qualche passo più avanti, vidi la spiaggia. Non era il lungomare<br />

di Napoli, non era il mio golfo... ma era il mare!<br />

«Questo è il Mare del Nord. È ottobre e l’acqua non è ancora<br />

troppo fredda. Ho pensato che ti facesse piacere fare un bagno sotto<br />

le stelle...» Mi guardò con dolcezza e nei suoi occhi lessi un irrefre-

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